
[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO] Nintendo Switch 2, Xenoblade Chronicles X e l’avversione dei videogiocatori italiani nei confronti della Casa di Kyoto
In questo articolo della rubrica “EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO“, ci concentreremo sulla visione dei videogiocatori italiani e la loro avversione nei confronti di Nintendo.
Non ho mai nascosto (sin dagli anni 90 ed inizi 2000, dove era decisamente evidente (non solo per Nintendo, ma anche in generale), di quanto il nostro paese sia terribilmente ignorante nei confronti del mercato videoludico, specialmente quando si parla di prodotti legati al mondo Nintendo.
Senza offesa, ma in questo caso ritengo giusto non fare alcun tipo di distinzione, che voi siate semplici videogiocatori, giornalisti, influencer o addetti ai lavori, è molto probabile (perlomeno vista la percentuale di gente più vicina al mondo Sony in Italia, tolto il periodo Switch, che ha avvicinato molti verso Nintendo nei tempi attuali) che voi siate terribilmente lontani da quello che la casa di Kyoto rappresenta o ha rappresentato negli ultimi 40 anni. Nintendo ha fatto molta della storia videoludica, assieme ad Atari (che poi l’ha affossato in buona parte), SEGA, Capcom, KONAMI, Namco, Bandai e compagnia, salvando un ecosistema (quello dei giochi negli anni 80), sgretolato completamente dalla crisi nera dei videogiochi del 1983, durata fino al 1984, nota in Giappone anche come “Atari shock”, che aveva colpito proprio quel periodo storico.
Nonostante fino a quel momento il mondo dei videogiochi fu dominato dall’Occidente infatti, il polo videoludico maggioritario si sposto di molto verso il continente Asiatico, nello specifico in Giappone (prolifico anche di anime e manga), dove Nintendo riuscì ad imporsi assieme SEGA, grazie al suo leggendario NES, assieme al Master System, quest’ultima molto più popolare sul territorio europeo (ve lo ricorderete se siete nati attorno alla fine degli anni 80 e inizi 90).
Nonostante gli errori commessi nel corso del tempo (nessuno ne è immune, nemmeno Nintendo stessa), legati suo presidente del tempo, Hiroshi Yamauchi (pace all’anima sua nonostante tutto) e alla limitazione imposta da quest’ultimo sul mercato dei giochi per il NES di terze parti a soli 5 giochi pubblicati all’anno, unito anche alla guerra feroce di sfottò e commercialmente scorretta nelle pubblicità in TV tra SEGA e Nintendo, l’era degli anni 90 videoludica fu una delle più prolifiche di sempre (ancora oggi secondo me totalmente imbattuta creativamente parlando), tra un Super Nintendo in stato di grazia (pieno di perle videoludiche ancora amate oggi), e un Mega Drive/Genesis, prontissimo a rincorrere e combattere fino alla fine senza mollare l’osso, con titoli e serie incredibili nate in quel periodo su console, tra i possibili citati, Super Mario World, Sonic the Hedgehog, Donkey Kong Country, Super Metroid, The Legend of Zelda: A Link to the Past e tanti altri ancora. La troppa sicurezza portò Nintendo a commettere l’errore più comune (specie per chi ha una sorta di monopolio assoluto sul proprio mercato di riferimento), ovvero quello di sentirsi troppo superiore alla concorrenza (specialmente visti i numeri di Super Nintendo), portandola poi ad un accordo con Sony (all’epoca non ancora immischiata nel mondo del gaming) per la realizzazione di “Nintendo PlayStation”, la console mai arrivata sul mercato (sebbene ne esista qualche prototipo in giro per il mondo), che doveva unire il mondo di PS1 con CD a quello del Super Nintendo (ancora a cartucce), che però per un “capriccio” e un colpo basso (se non tradimento vero e proprio c’è da dirlo) dei capoccia di Kyoto, non avvenne mai, a causa di una rottura e/o tradimento dell’ultimo minuto da parte della compagnia nipponica, che portò ad un accordo mezzo fallimentare con Phillips.
Ciò comportò la creazione di un vero e proprio rivale sul mercato, ovvero Sony (ancora oggi in parte, sebbene Nintendo si sia decisamente defilata dalla “Console War”), che riuscì per buona parte ai fine anni 90 ed inizi 2000, a diventare vero leader sul mercato, spodestando dal trono Nintendo, col suo Nintendo 64 (con un Final Fantasy 7 mai approdato sulla console della Grande N, proprio a causa proprio delle cartucce e non dei CD), e il bistrattato SEGA Saturn (portando anche il primo Tomb Raider sulle console Sony). Il resto penso lo sappiate abbastanza bene, anche perché quello che succederà dopo questi avvenimenti, è in buonissima parte nella mente dei videogiocatori italiani attuali (vi parlo di persone dai 20-30 anni circa).
Il problema quando si parla di Nintendo in Italia, è quello di vederla come una compagnia “morente” o comunque in una fase totalmente calante (che fa giochi per bambini, certo sicuramente, fate giocare Xenoblade X ad un bambino di 5 anni e ne riparliamo), in grado solo di fare remake e remastered (il Leitmotiv sentito e risentito, mangiato e risputato da molte persone sul web nell’ultimo anno e mezzo, specie nelle reaction post Nintendo Direct), quasi come si fa coi vecchi ai cantieri stradali.
Ebbene ragazzi so che è un risveglio molto brusco per voi, ma non è minimamente così, il remake e le remastered (per quanto convenienti per chi li fa, e di conseguenza anche di poco costo), sono “NECESSARI” (magari non vendendoli a 60 euro sia chiaro), non solo servano a preservare (assieme all’emulazione), alcune delle perle del passato, che sarebbero perdute, e che riviste oggi, cagano in testa ad innumerevoli giochi blasonati dell’attuale presente videoludico, ma anche per prendere tempo, in vista dell’arrivo della nuova console, offrendo un parco titoli di lancio, più completo possibile, il vero obiettivo di Nintendo, quello di arrivare a molte fasce di età di videogiocatori. L’esempio più lampante di questa mia affermazione, è proprio il sopracitato Xenoblade Chronicles X, nella sua Definitive Edition, apparsa su Nintendo Switch negli scorsi giorni, un RPG mastodontico (nel vero senso della parola, non come potreste pensare in un open world alla Ubisoft), che svecchiato graficamente (sebbene neanche ce ne fosse troppo bisogno, forse solo per i testi, spesso poco leggibili su Wii U), regala una trama incredibile (arricchita da un capitolo extra post finale troncato all’epoca) ed un gameplay, che seppur non immediato nelle meccaniche delle abilità, risulta essere ancora oggi, divertentissimo e godibile.
In questo caso c’è da dirlo, i 60 euro spesi sono sacrosanti, per recuperarsi un capolavoro, che salvo emulazione, sarebbe andato perduto per sempre su Wii U, una console che conta solamente 12 milioni di unità vendute totali, lo ricordo sempre. Un gioco assolutamente da recuperare Xenoblade Chronicles X, utile a passare il tempo con qualcosa di veramente qualitativo, in un momento in cui Nintendo si prepara ad annunciare l’arrivo della sua nuova console, Nintendo Switch 2 (assieme probabilmente a Mario Kart 9), con alle spalle anche un buon Nintendo Direct, per chi magari non avrà voglia sin dal lancio, di fare lo switch verso la nuova console, mostrando che titoli come Metroid Prime 4: Beyond, Rhythm Paradise Groove e Tomodachi Life: Una Vita da Sogno, che arriveranno anche su Nintendo Switch, anche se mal cagati e digeriti male nel direct da buona parte dell’utonza italiana (ma osannati internazionalmente, per chi ne conosce le origini), probabilmente abituata a giocare spesso solo due-tre titoli l’anno, tra quali i soliti FIFA/EA FC, Fortnite e COD.
Quindi cari giornalisti, influenzer, streamer, utenza o chicchessìa (non tutti dai, voglio essere buono, ci metto dentro quelli che videogiocano da qualche anno, meno di 15-20 per non esagerare), cercate di avere rispetto di compagnie come Nintendo (per Par condicio, lo stesso vale anche per altre, ci metto dentro storiche come SEGA, Capcom, KONAMI e tutte le compagnie storiche che hanno dato i natali al vostro passatempo preferito, senza le quali probabilmente adesso giochereste con le biglie per strada, come passatempo principale), analizzando il loro operato attuale, in maniera oggettiva e non soggettiva (non coi paraocchi di chi è cresciuto solamente a pane e PS1) non dicendo solo “oh che palle solo remastered” ogni due minuti di reaction ad un Nintendo Direct (l’ultimo di una console che si avvicina al suo pensionamento tra l’altro), con gli occhi alzati al cielo (un esempio casualissimo, non c’è alcun riferimento particolare). Cercate di vedere oltre al vostro naso ed orticello (che siate immersi nel mondo Sony, Microsoft o PC, guardando di più ad altre realtà (anche se non le giocate, con interesse), con un occhio rivolto anche al passato videoludico). So che è molto complicato in un momento storico del genere (pieno di community in bolle autocreatesi, Fake News ed odio a manetta sui social, ancora di più che in passato), ma cercate di farlo, per il vostro “bene videoludico”.
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