[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO] Le visual novel: un genere snobbato dai più, ma che ha tanto da raccontare e da farvi vivere

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Oggi nel solito “editoriale di sfogo videoludico” ci occuperemo del classico genere delle visual novel, spesso snobbato dalla maggior parte delle persone.

Partiamo dal presupposto che parlare di visual novel al grande pubblico non è mai facile, vuoi per mancata capacità intellettiva del giocatore medio, per capirci quello che spara spara, ammazza ammazza, killa killa, uau, un pubblico diciamo non particolarmente sveglio e con doti mentali in grado di non fargli contare numeri superiori al quattro probabilmente. Le novel sono un genere sicuramente di nicchia, come tanti altri, seppur questa nicchia è diventata nel corso del tempo davvero molto grande, specialmente pensando ai pochissimi videogiocatori appassionati che si buttarono a capofitto sulle novel di spicco verso la fine degli anni 90 ed inizi del 2000, i classici precursori di un genere per capirci.


La playlist intera con tutte le visual novel portate all’interno del nostro canale Youtube (iscrivetevi e subbate pezzidimmè)

Le novel hanno tanto da raccontare al mondo videoludico, seppur tante son create con immagini statiche (seppur meravigliose), spesso anche senza un dialogo doppiato (anche se alle volte pesa non averlo), riescono a cogliere quello scorcio che appare a schermo, vellutato da dialoghi e testi del personaggio di turno, regalando momenti speciali che coinvolgono il giocatore e lo mettono nei panni del protagonista, immergendolo veramente nel mondo che sta guardando e leggendo, alle volte molto di più di quanto non facciano certi JRPG e giochi di ruolo moderni, sia IRL che videoludici.

C’è sempre da distinguere novel e novel sia chiaro, ci sono dei titoli e delle storie che vengono improntate dall’artista verso una certa direzione. Un esempio chiaro (ne abbiamo già parlato in un recente articolo) è qureate, uno sviluppatore e publisher giapponese che crea con intenzione delle novel/giochi che piacciano a chi ama vedere a schermo ragazze anime belle e prosperose, che non fa mai male agli occhi alla fine, senza effettivamente creare un intreccio narrativo e una storia che abbia tante ramificazioni o l’intento di regalare momenti alti in termini di cultura videoludica.


Va-11 Hall-A: Cyberpunk Bartender Action, una novel che guarda al futuro ma anche al passato videoludico

Ma alla fine è proprio questo il bello delle novel, l’essere sempre diverse (pur avendo una struttura di gioco molto simile), con generi differenti, che possono essere quello romantico, piccante, horror, psicologico e tanti altri ancora, adattandosi a quello che cerca un videogiocatore, ovvero delle ore di intrattenimento puro senza troppi fronzoli, cazzi o sbattimenti nel riuscire a superare un’ostacolo come può essere in un platform game. Puro e semplice intrattenimento, esattamente come può essere un film su Netflix o Prime Video, o vedere un’anime su Crunchyroll, una passività che però a differenza spesso dei film (specialmente quelli Marvel che può seguire anche un macaco a livello intellettivo), regalano delle storie che ti coinvolgono passivamente, ma allo stesso tempo anche attivamente, con scelte e percorsi stabiliti dagli sviluppatori per i giocatori, ovvero le classiche route.

Per chi non è troppo addentro di questo mondo, le route sono le sliding doors principali di quasi ogni visual novel, specialmente se di genere romantica, ma perché no anche horror. Esse infatti vi permetteranno di avere a schermo delle scelte stabilite (di solito due o tre mediamente), che influenzeranno, in base a cosa selezionerete, l’andamento della storia, cosa farà un determinato personaggio in una specifica situazione, ma soprattutto un possibile finale della vicenda, portando il giocatore alla scelta di ottenere un bad ending o un good ending. Non preoccupatevi troppo però, alle novel piace spesso cambiare (un po come le scale di Harry Potter), infatti nella stragrande maggior parte delle visual novel, avrete a disposizione innumerevoli salvataggi a schermo che vi permetteranno facilmente di riprendere e caricare una determinata sezione, prima di una scelta fatidica verso una specifica route. Questo vi permetterà (come spesso non avviene nei giochi moderni, o comunque se avviene, lo si ottiene con meccanismi fastidiosi, vedasi, ad esempio l’ottenimento dei vari finali di Elden Ring, ricaricando il salvataggio facendo magheggi vari), tutti i finali, assaporandone tutte le sfaccettature che il creatore della visual novel ha pensato per chi ha scelto di giocarla ed apprezzarla.


Clannad, la leggendaria visual novel che quasi tutti gli appassionati del genere conoscono ed amano

Entrando nello specifico, possiamo raccontare e tessere le lodi a visual novel che hanno fatto la storia del genere dal fine degli anni 90 agli inizi del 2000, aprendo un vero e proprio mondo a chi nel futuro prossimo volesse entrarne a capofitto, regalando così una trama e dei momenti memorabili ai videogiocatori appassionati di questo genere. Tra queste troviamo indubbiamente opere leggendarie come Clannad, la classica visual novel romantica sviluppata da Key e pubblicata il 28 aprile 2004 su PC (Microsoft Windows), e che ancora oggi è tranquillamente giocabile e scaricabile sugli store delle console moderne, compreso ovviamente l’eShop di Nintendo Switch. Citandone altre che non siano puramente romantiche, possiamo consigliarvi giochi come Va-11 Hall-A: Cyberpunk Bartender Action (trovate il video poco sopra), ma anche titoli come Steins;Gate, la serie di Danganronpa o Zero Escape: The Nonary Games, ma anche Fate/stay night, ne avete tante da scegliere insomma per iniziare.

Un altro aspetto che contraddistingue questo genere, è la capacità di realizzare delle novel che si mischiano appieno ad altri generi videoludici, dando alla vita delle creazioni assolutamente uniche e difficilissime da imitare o da eguagliare. Un esempio calzante di questo discorso è una delle mie serie preferite di sempre, ovvero quella di Phoenix Wright: Ace Attorney, una novel unica che unisce dialoghi folli, strambi e divertenti, a momenti di pura azione e coinvolgimento, oltre che a colpi di scena al cardiopalma e ribaltamenti continui. Ace Attorney non è infatti una novel come le altre, ma bensì un gioco forense nel quale dovrete impersonare un avvocato difensore (Phoenix Wright nella serie originale, Apollo Justice ed Athena Cykes nella seconda trilogia della serie di Capcom), che dovrà difendere con le unghie e con i denti, i propri clienti all’interno di un tribunale distrettuale.


La playlist con tutti i video del nostro canale Youtube sulla serie di Ace Attorney

Non è tutto qui però, nei vari titoli della serie dovrete investigare tantissimo prima di mettervi comodi (insomma) sul banco della difesa, cercando prove, testimonianze, parlando ed interrogando innumerevoli personaggi (alcuni al limite del ridicolo e che vi faranno morire dalle risate per le loro stramberie e tic), ottenendo tutto ciò che vi è necessario per ottenere la piena assoluzione del vostro cliente, con lo scopo anche di fronteggiare l’altra parte in causa, i celeberrimi procuratori, anch’essi avvocati (ma bensì dell’accusa), che porteranno testimoni, prove e cercheranno in tutti i modi di far incolpare l’imputato (ergo, alle volte anche con mezzi poco leciti e truffaldini), ottenendone così un verdetto di colpevolezza, che condannerà spesso l’imputato anche alla pena capitale.

Ogni processo è una storia a se infatti, che vi racconterà sempre di più sui personaggi principali e secondari, tessendone una lore decisamente straordinaria ed unica, che nella prima trilogia avrà il suo culmine verso l’ultimo caso (quello di Phoenix Wright: Ace Attorney – Trials and Tribulations, terzo capitolo ed ultimo della prima trilogia), nel quale verranno al pettine tantissimi (se non quasi tutti) dubbi, malefatte e tutta la verità sui personaggi apparsi nei tre giochi, compresi ovviamente quelli narrati nei processi presenti ed antecedenti (in termini perlomeno cronologici) alle vicende raccontate, ovvero i classici flashback temporali, che vedranno come protagonista principale Mia Fey, mentore di Phoenix e celebre avvocato difensore, sorella anche di Mia Fey, la compagna ed assistente del buon Wright per buona parte del brand, ma anche tantissimi altri personaggi, tra i quali i procuratori Miles Edgeworth (procuratore principale della serie, nemesi e poi amico di Phoenix), Franziska Von Karma (procuratrice figlia del temutissimo Manfred Von Karma, spietata e armata di frustra, pronta a incastrare ogni testimone e a battere Wright, apparentemente con lo scopo di vendicare il padre scomparso), ma anche l’ultimo della lista, il misterioso Godot, un uomo con i capelli bianchi ed una maschera sugli occhi (probabilmente per ragioni di vista chissà), anch’esso apparso nell’ultimo capitolo della prima trilogia (così come Franziska ma nel secondo gioco, Justice for All), con lo scopo di vendicarsi di Phoenix Wright utilizzando ogni mezzo possibile, sconfiggendolo in tribunale da procuratore, per delle vicende passate che non vi diremo, per non rovinarvi troppo la sorpresa, semmai non avete ancora giocato la serie, fatelo non ve ne pentirete.

Ovviamente Ace Attorney non è l’unico esempio di “novel ben riuscita”, tra quelle mescolate con altri generi, possiamo citarne tante altre in realtà, vedasi anche le classiche serie di CING (scomparse nel nulla per il fallimento della società), ovvero Hotel Dusk, Last Window, e i due Another Code, quello per Nintendo DS e quello per Wii (Another Code R), che però come genere si avvicinano di più alle classiche avventure grafiche interattive. Sottolineandone altre e chiudendo così il cerchio, possiamo consigliarvi di giocare ad una novel che nel corso degli ultimi anni ha fatto scalpore, ed ha segnato (positivamente o negativamente a seconda dei casi), buonissima parte dei videogiocatori moderni, essi stiamo parlando proprio di Doki Doki Literature Club.


Doki Doki Literature Club, una visual novel all’apparenza tranquilla, ma che sotto sotto regala altre emozioni

E’ infatti difficile chiudere il cerchio delle novel senza citarne una veramente ma veramente molto particolare. Doki Doki Literature Club è diventata una novel di culto negli ultimi tre o quattro anni, mostrando al mondo il genere come forse pochi altri hanno fatto in passato. Sotto alla copertina con le classiche tipine giovani in seduta scolastica, come spesso accade nelle novel tipiche romantiche, si nasconde un lato perverso decisamente oscuro. Non entrerò troppo nel dettaglio, specialmente per chi non ha mai giocato il titolo (fatelo non ve ne pentirete, almeno credo LOL), ma Doki Doki vi regalerà un’esperienza horror come pochi horror moderni e psicologici riescono a fare tutt’ora, anche quelli che ne fanno il proprio genere principale, spesso scadendo anche in ridicolaggini (cosa che succede anche nei film), come lo sbattere delle porte, uau che incredibile terrore ragazzi.

In questo caso, direi anche più unico che raro, le romanticherie e le superficialità che un’immagine e un banner su uno shop può far apparire, sanno veramente ingannare un player, regalando ancora una volta all’universo del gaming una novel originale in grado di far appassionare al genere nuovi giocatori, avvicinandoli ad un mondo si snobbato, ma che ha tanto da raccontare e da farvi vivere.

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