[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO] Split Fiction, il morboso citazionismo, sensazionalismo ed esaltazione del nulla alla TikTok

0 0
Read Time:7 Minute, 49 Second

In questo articolo della rubrica “EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO“, ci concentreremo sull’esaltazione insensata del gioco del momento, ovvero Split Fiction.



L’obiettivo di questa “rubrica” lo ricordo sempre, non è quello di denigrare il gioco del momento o quello di fare “i bastian contrari” a tutti i costi, come molti fanno e sembrano pensare sul web, ma ragazzi, ultimamente ce le tirano fuori veramente tante (e parlo delle bestemmie al signore li in alto).

Tutto è nato dalle opinioni espresse sull’internet moderno (che siano di critica o semplice utenza, non fa troppa differenza in sto caso nello specifico). L’opinione di tanti (ringraziando il cielo non tutti), è quella che Split Fiction sia il “nuovo capolavoro” di quelli di It Takes Two, tanto da farne addirittura post su Reddit, su quanto fosse sbagliato se non venisse candidato ai GOTY (probabilmente sanno internamente che non lo sarà, ma devono far crescere questa loro idea sbagliata).

Piccolo spoiler, No non lo sarà, mi dispiace rovinare il vostro sogno bagnato. Ergo, lo sarà, ma solo nel caso in cui la giuria dell’amato Geoff Keighley, non sia minimamente arguta da capire, di come Split Fiction sia si un buon gioco, ma molte, ma MOLTE spanne sotto i suoi due predecessori, ovvero It Takes Two e A Way Out, e probabilmente ancora più al di sotto (ancora di più rispetto ai due giochi appena sopraindicati) alle uscite dei competitor diretti al GOTY, in arrivo o già arrivate sul mercato nel corso del 2025 (ve ne parlerò più avanti se siete interessati).

Questo perché ci son modi e modi per citare film, telefilm e videogiochi, e persino Astrobot (pur non ritenendolo personalmente un gioco da GOTY assoluto (lo so vi stupirete di questa affermazione, ma secondo me vinse soprattutto per demeriti altrui, tanto da mettere come tappabuchi il DLC di Elden), ma che ne riconosco il valore (seppur derivativo dal franchise coi baffoni di Nintendo, da stessa ammissione dei suoi devs), è riuscito a non superare quel limite di “citazionismo tossico” alla the Wardrobe, che ti fa dire, “Bro, santo di quel cristo, cioè io mi tolgo l’esistenza davvero” (esagerato lo so ma è per enfatizzare il pensiero), “ma un minimo di personalità ce l’abbiamo, o dobbiamo far star svegli gli zoomerini di TikTok ogni cinque secondi con uno stimolo che li rappresenta nell’attuale o li ha fatti crescere da piccoli?”

Ecco questa frase finale rappresenta appieno ciò che Split Fiction sia, un buon gioco (perlomeno per l’attuale pubblico con l’attenzione di una nocciolina), ma nulla di più, decisamente esaltato dagli streamer e creator delle varie piattaforme (non tutti c’è da dirlo, alcuni mi hanno sorpreso in positivo da questo punto di vista, ma la maggior parte si è allineata al trend), ma molte spanne inferiore ai suoi predecessori, in primis It Takes Two, inarrivabile a mio avviso da sta robetta con le ragazzine poco cresciute, ma soprattutto A Way Out, un cazzo di capolavoro dei giochi co-op, mai esaltato ne cagato abbastanza per la sua qualità, sia visiva (ancora oggi ottimale e che non deve rendere conto troppo al passare del tempo), che di gameplay, ma soprattutto di trama, la parte probabilmente più bella, che unisce, divide per poi arrivare ad un climax finale enorme tra i due protagonisti (giocatelo assolutamente per saperne di più, perché non vi farò alcun tipo di spoiler, per non rovinarvi l’esperienza completa), entrambi controllati (così come in It Takes Two e Split Fiction), da un giocatore differente.

La sensazione che ho guardando e avendo testato con mano Split Fiction, è quella di un gioco creato si con una discreta attenzione e cura (seppur ripeto decisamente inferiore come idee di gameplay rispetto ai precedenti), ma allo stesso tempo infarcito di citazioni, dialoghi e scenette stupide tra le due protagoniste (anche loro abbastanza sciocche ed infantili), specie per l’età che sulla carta rappresenterebbero (non sono bambine di cinque anni per dio), ma che rappresentano però, rispecchiando appieno tutta la pochezza dei giovanissimi (non tutti, non voglio generalizzare, ma molti), spesso tediati dai ritmi insensati di piattaforme come TikTok (e si tocca fare il boomerino anche stavolta lo so, ormai ci sto facendo il callo). Parliamo di Mio, autrice di storie di fantascienza, e Zoe, scrittrice fantasy, le due fantasmagoriche protagoniste, che si ritrovano assieme in un’avventura, pur essendo caratterialmente molto diverse, ma che alla fine risultano essere veramente tanto uno specchietto per le allodole per attirare quel tipo di pubblico, il classico un po casual e normy, dell’ultimo secondo (neanche minuto ormai con i video verticali, troppo tempo perso sennò), che poi di conseguenza viene attirato da serie di video e Live, di streamer o più content creator in collaborazione.

ATTENZIONE questo però non è assolutamente sbagliato, ci mancherebbe altro, ognuno può fare quello che vuole del proprio “orticello”, ed anzi, ho anche apprezzato molto il divertirsi assieme di molti dei creator che hanno amato l’esperienza di Split Fiction, ridendo e scherzando anche col proprio pubblico, mettendosi in gioco per creare un buon contenuto. C’è da dire però, che non bisogna confondere il proprio piacere personale e il divertimento (giusto che sia, anche a me piace Croc, ed è personalmente un mio Guilty Pleasure, ma non dico che è il platform definitivo, perché era un gioco abominevole con i suoi comandi tank). Esaltare un gioco del genere, secondo me ti mette in una situazione di poca lucidità, oltre a farti perdere credibilità, specie ridendo come idioti dicendo “cavolo la scena delle maialine che diventano hot dog da farcire, perché entrano nella macellatrice è geniale”, quando probabilmente è uno dei cliché più banali e utilizzati dei media da 80 anni a sta parte (probabilmente veniva usato anche ne cartoon anni 30-40 di Disney e i Looney Tunes), ce ne vuole anche eh. Al solito (sarà la quarta volta che faccio il boomerino videoludico ormai, che vi devo dire), è successo una miriade di volte di vedere scenette del genere, comiche anche per attirare facilmente all’amo il pubblico del web, spesso ripetute, addirittura alle volte a citare un gioco che cita un’altra cosa, un loop di cose senza senso.



Basti pensare anche un minimo a giochi mai cagati abbastanza come Human Fall: Flat, che pur facendo le stesse robe di platforming/puzzle a differenza di Split Fiction, non vengono fatti passare come GOTY del millennio, ma che tolta la trama (in Human assente, e scialba in Split Fiction), non hanno troppissime differenze a livello di gameplay, se non per il numero di giocatori (in Human puoi giocare fino ad otto in contemporanea se non ricordo male, anche online), entrambi con lo scopo di avanzare nei vari stage e livelli che ci pareranno di fronte, aiutandosi in modalità cooperativa per avanzare. Possiamo citarne altri se volete (ne approfitto tanto in Split Fiction sono abituati a vederne di cit. quindi non credo sia un problema), tirerei fuori un bel Goat Simulator (1 o 3 va bene lo stesso), che ha un miriade di scene idiote e cit., ma contestualizzate a quello che il gioco rappresenta, ovvero un caos totale molto divertente che serve ai giocatori per divertirsi e far divertire (nel caso degli streamer), anch’esso gioco non esaltato ne candidato al GOTY (giustamente direi per il signore), anzi vedendolo recentemente Game of the Year o Summer Game Fest (mi pare) in un trailer, la gente si è pure mezza schifata e incazzata, nel vedere sponsorizzata una versione per Nintendo Switch, la console ricordiamolo più venduta di questa generazione (motivo per cui è stato fatto il porting tra l’altro), questo sempre perché le persone che parlano sul web, ne sanno di videogiochi e delle cose che funzionano o meno sul mercato.

Split Fiction non ha inventato ne creato assolutamente nulla di nuovo, specie da farlo spiccare rispetto a qualsiasi altra cosa uscita negli ultimi trent’anni, anzi, e ne tantomeno eccelle in uno di qualsiasi aspetto che dovrebbe rendere un videogame candidabile al “Game of the Year” nell’anno della sua uscita. Non è riuscito nemmeno un minimo ad eguagliare quanto fatto in passato dai suoi predecessori, rendendosi si un “buon gioco(il classico gioco da 8 per intenderci), ma non decisamente un capolavoro da confrontare ad altri in uscita quest’anno (ragazzi, vi ricordo che quest’anno è già uscita quella bombina di Kingdom Come: Deliverance II (un passo in avanti enorme fatto da Warhorse, dopo le tante critiche ai bug del primo gioco), ed usciranno anche quelle bombone di giochi che potrebbero essere Ghost of Yotei, Death Stranding 2: On the Beach, e probabilmente GTA 6 (se non viene rinviato) e ancora più probabilmente anche Mario Kart 9 su Nintendo Switch 2 (se esce entro novembre), aggiungendo al piatto Nintendaro anche Metroid Prime 4: Beyond (e ci credo davvero, non è una buttata a caso) senza poi citare quel cazzo di capolavoro di Xenoblade Chronicles X (che non considererò seriamente per il GOTY, solamente perché si tratta di una Remastered, seppur con nuovi contenuti, vi siete salvati xD). Quindi ragazzi, di COSA CAZZO stiamo PARLANDO, paradossalmente siamo in una situazione totalmente opposta a quanto successe (ripeto sempre per demeriti altrui), nell’anno di vittoria di It Takes Two (meritatissimo), ma soprattutto dello stesso Astrobot, figlio di un GOTY direi anche meritato per certi versi, ottenuto però all’interno di un ipotetico Deserto del Sahara videoludico del 2024.

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *