
[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO] PS5 Pro, Concord, Playstation Portal, tutti i flop e gli errori di Sony, con una Nintendo, vera padrona di questa generazione
In questo articolo della rubrica “EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO“, ci concentreremo sul mercato odierno, PS5 Pro, Playstation Portal, Sony e Nintendo.
Sony nel corso degli ultimi 5-6 anni (in coincidenza con lo spostamento della sede centrale dal Giappone e gli USA), ha cambiato letteralmente i propri piani, rovinando in buonissima parte la propria immagine nel mondo dei videogame (perlomeno non per i fan sonari più accaniti).
Basti pensare ai numerosi flop, gaffe ed errori madornali dal lancio di Playstation 5, rilasciata nel periodo del COVID-19 (anche sfortuna c’è da dirlo), con un bagarinaggio devastante per la mancanza di console derivanti l’assenza e la conseguente crisi di semiconduttori sul mercato.
Il tutto unito ad una mancanza totale di esclusive di rilievo e di costanza, probabilmente l’unica vera forza di Sony, che ha sempre tenuto a galla la baracca, sin da tempi di PS1, fino a PS4. Astrobot da solo (seppur meraviglioso, e guarda caso realizzato in Giappone), non può tener su in piedi, una nave totalmente alla deriva, con delle release palesemente imbarazzanti, come il recente Concord, l’ennesimo progetto “Games as a service”, sviluppato in otto anni sulla scia di Overwatch (in crisi pure lui ma free-to-play), già vecchio prima di esser rilasciato (a pagamento), chiuso in nemmeno una decina di giorni. Concord però è solo la punta del iceberg, infatti nei mesi si son verificati altri numerosi strafalcioni, basti pensare al casino venutosi a creare con la vicenda di Helldivers 2, con Sony che pretendeva di far creare un’account PSN a chiunque, compresa la buonissima fetta di giocatori su Steam (che probabilmente manco possiede una PS5), per continuare a giocare al titolo, mettendo a rischio persino l’acquisto dei consumatori, nei paesi in cui non era effettivamente possibile creare un account PSN, in quanto non esisteva proprio la possibilità di farlo. Un disastro e un polverone mediatico devastante, che ha fatto incattivire molto i videogiocatori, anche quelli non Sony. Buttiamoci dentro anche la release recente di Playstation Portal, un accrocchio “Remote Play” venduto sovrapprezzato, fatto passare in campagna di marketing come “console portatile”, quando in realtà l’utilità dello stesso, era identica ad un semplice accessorio di remote da cellulare, già comunissimi sul mercato (ad un prezzo totalmente inferiore), oltre che perfettamente funzionanti anche su Playstation 5. Andando più indietro, possiamo trovare anche la release di Forspoken, un gioco veramente tanto nella media (per essere tanto buoni), un Final Fantasy 7 Rebirth, apprezzatissimo ma poco venduto rispetto al Remake, confondendo i videgiocatori su un sequel di un remake? (candidato al GOTY dai più, ma allora perché l’anno scorso non Super Mario RPG e un Resident Evil 4 Remake, mah), con infine un Final Fantasy 16 e la sua deriva action criticatissima, che fatto incattivire non poco i vecchi apprezzatori del franchise di Square Enix.
Una Square, non propriamente soddisfatta di questa sua collaborazione con Sony, non sono nuove infatti le dichiarazioni e le uscite dei capoccia (o di chi per loro), che vedrebbero un parziale e possibile allontanamento dall’esclusività (perlomeno iniziale), dei prodotti della mamma di FF e Dragon Quest, insoddisfatta delle vendite e dell’impossibilità di allargare la sua base di utenza verso le console MIcrosoft e Nintendo, dove in quest’ultima ancora dominano e stravendono i titoli di Dragon Quest nel Sol Levante. Si sa però che gli errori portano (perlomeno per chi ha capacità di analisi ed autocritica), a fare una valutazione differente, cercando di capire cosa si sta sbagliando, per cercare di correggere una rotta, che irrimediabilmente potrebbe portare alla deriva più totale.
Non è quanto pare il caso di Sony, che nonostante il recente cambio di presidente (nei due attuali), si ritrova ad annunciare una nuova console “mid-gen”, ovvero Playstation 5 Pro, ad un prezzo totalmente folle, insensato e completamente fuori dal mercato console, 800 bomboloni per una console digital (aspettando poi pure PS6, manco Apple si è spinta a tanto, proporzionalmente parlando), che diventano anche più di 900 euro, considerando l’acquisto a parte di uno stand (non incluso), e del lettore (anch’esso non incluso), insomma il classico FOR THE P(L)AYERS, per intenderci. Tutto questo, annunciato in una presentazione in cui non vengono minimamente menzionati giochi nuovi, che potrebbero potenzialmente spingere l’utenza verso l’acquisto di una “Mid-gen”, come poteva essere ai tempi per PS4 Pro, ma solo presentando upgrade di ormai titoli già accantonati da tempo nelle menti dei videogiocatori, come ad esempio Horizons Forbidden West o Ratchet & Clank: Rift Apart, entrambi già perfettamente funzionanti sulla console base, e che non necessitano minimamente di una console più potente per girare al meglio. Una presentazione al limite del delirante, culminata poi dall’annuncio del prezzo verso la fine, con tanto di scritta in piccolissimo sotto “stand venduto separatamente”, con sotto la solita musica pomposa, di una tristezza anche abbastanza evidente.
Tutto ciò poi in un momento storico come questo, in cui una realtà come Nintendo potrebbe tranquillamente fregarsene e sbattersene il cazzo di supportare in maniera pressante con nuovi titoli la console Switch (in realtà ni visto le oltre 143 milioni di console piazzate, sarebbe anche da sciocchi non farlo c’è da dirlo), con la necessità effettiva ed impellente (stavolta davvero) di rilasciare nel prossimo futuro il suo successore, tanto chiacchierato, rumoreggiato e leakato, ma lo fa lo stesso, questo perché probabilmente ha un’idea differente del videogioco, rispetto al mercato medio attuale.
Nintendo infatti non ha mai dimenticato cosa significa creare un videogame, ovvero quello di realizzare delle esperienze uniche, che cercano (anche in maniera semplice), di intrattenere e divertire i videogiocatori, senza troppi fronzoli, openworld inutili, stantìì e vuoti, lasciandogli un qualcosa, che si ricorderanno anche negli anni a venire. Basti pensare al recente Emio, che seppur una visual novel, è riuscita a raccontare una storia veramente ben congegnata, con dei gran bei colpi di scena (migliorabile in termini di scrittura ma vabbè), che racconta di un “serial killer” di giovani ragazze, mostrando anche un lato macrabo ed horror, non propriamente tipico (perlomeno per la visione della massa), delle produzioni di Nintendo più note. Tutto questo in aggiunta poi alla release di nuovi titoli come The Legend of Zelda: Echoes of Widsom, nuovo capitolo 2D della serie, che promette davvero molto bene, unito alla release nei due mesi successivi di Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica e Mario Party Jamboree, anch’essi nuovi capitoli delle serie di riferimento di Mario, a dimostrazione, che se si vuole, si possono creare nuove esperienze, anche basandole su vecchi franchise del passato, rinnovandoli, facendoli così apprezzare anche i videogiocatori più giovani, come nel caso di Super Mario Bros. Wonder e Super Mario RPG, in attesa di sto maledetto annuncio di Nintendo Switch 2.
La casa di Kyoto ha dimostrato con Switch di aver compreso i suoi errori del passato, Wii U è stato un flop madornale, che ha rischiato di compromettere (sebbene in piccola parte), la solidità economica della compagnia nipponica, derivante un marketing totalmente sbagliato (se avete vissuto quel periodo, la storia del “Wii U è un add-on di Wii” e i cartelli nei negozi che lo specificavano al pubblico), oltre alla mancata capacità del “paddone”, di avere una ricezione decente (appena ti spostavi di 20 metri dalla TV con la console, lo schermo del Pad andava in totale tilt).
Intendiamoci, Wii U non è stata una console sbagliata, aveva una libreria di giochi incredibile, ripresi e portati in buona parte su Switch (anche per quello è ricordata con affetto dai suoi “pochi” possessori), ma è stata presentata in maniera totalmente erronea, facendola passare erroneamente ed involontariamente per una console “inutile“, in quanto c’era già Nintendo Wii, confondendo il pubblico che la percepiva solamente come upgrade del suddetto, e non come un vero passaggio generazionale (come successe con PS3-PS4 e Xbox 360/Xbox One), con titoli nuovi ed esclusivi.
Dopo quel periodo nero per la compagnia, Nintendo però si è totalmente ripresa con Switch (anche in termini di marketing e comunicazione), e ragazzi, ripresa è un cazzo di eufemismo, attualmente l’ibrida di della casa di Kyoto vanta 143 milioni di unità vendute in tutto il mondo, risultando essere la terza console più venduta di sempre, solo dietro Nintendo DS e Playstation 2, confermando appieno titolo quanto sia la vera regina di questa generazione, l’unica che non punta ad avvicinarsi alla potenza tecnica del mercato PC (inarrivabile per tanti aspetti), ma bensì a regalare giochi unici ed esclusivi, sbattendosene della forza bruta dell’hardware, ovvero il vero e proprio vantaggio che ha sempre contraddistinto il mercato console, assieme alla comodità, cosa che Sony (e in parte anche Microsoft), hanno dimenticato di fare in questi anni, e di cui ne stanno pagando le spese.
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