[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO] Nintendo Switch 2, l’annuncio ufficiale e il delirio di massa dei prezzi

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In questo articolo della rubrica “EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO“, ci concentreremo sull’annuncio di Nintendo Switch 2, e i tanto chiacchierati prezzi folli della console.



E’ passata quasi una settimana dal tanto chiacchierato annuncio di Nintendo Switch 2, e voglio parlarne molto, visto anche tutto il trambusto che c’è stato negli ultimi giorni (ovvero i tanto famigerati prezzi “folli” dei giapponesi), anche solo per non impazzire totalmente e mentalmente.

Nessuno infatti sta mettendo in dubbio il fatto che 469 euro (€509 per la versione in bundle con Mario Kart World), siano decisamente proibitivi per le tasche di moltissimi videogiocatori (in Italia, non ne parliamo nemmeno, visto che abbiamo gli stipendi tra i più bassi del Continente in rapporto all’inflazione e il mercato del lavoro europeo). Ciò non toglie che NON siete obbligati al solito ad acquistare al lancio (non vi puntano una pistola, potete aspettare qualche mese, anche solo per accumulare la cifra, o fare come molti ed aspettare la versione OLED, che probabilmente avrà dei cambiamenti ancora più netti).



Quello che si può imputare davvero a Nintendo come “Colpa”, non sono i prezzi (che al netto di inflazioni, costo della vita maggiorato, stipendi mai aumentati, e dazi a cazzo di cane (fatti e pensati da ometti simpatici verso il pensionamento), ma bensì altri aspetti, come ad esempio la comunicazione che c’è stata nel Direct, decisamente confusionaria a mio avviso, specie per quanto riguarda le spiegazioni legate al cambiamento delle cartucce in formato fisico, verso la famigerata “cartuccia digitale”, che ucciderà i poveri incensurati (LOL) collezionisti del fisico, che ormai si contano sulle dita di una mano e la poca “trasparenza” del comunicarne i prezzi. Per carità, anche io son stato e sarò sempre un “Habitue”, del feticcio fisico, ma i tempi son decisamente cambiati, e già con Nintendo Switch, ci si era praticamente accorti di quanto fosse comodo (sebbene poco economico visto che non c’era come su Switch 2, differenza di prezzo tra digitale e retail), usufruire di prodotti in formato digitale, sebbene sulla carta ne si acquista la licenza e non la possessione reale del prodotto. Ma parliamoci in maniera molto chiara e sincera, quante possibilità ci sono che un videogiocatore di ora (non vi parlo di noi vecchiacci di 30-35 anni, ma di questa generazione di 10-20enni, abituati a correre come matti verso le mode e il trend del momento dei social e di TikTok), si rigiochi tra dieci anni, un gioco qualsiasi del decennio scorso, come ad esempio uno Zelda: Breath of the Wild o un Tears of the Kingdom? Ma soprattutto, siete davvero convinti che Nintendo abbia pensato le tanto criticate “Nintendo Switch 2 Version” dei giochi di Switch, per gente abituata ad usufruire all’infinito solo di free to play e Live service, avvicinatisi a Switch (magari in un periodo magari come quello della pandemia con Animal Crossing, per poi mollare tutto subito dopo), oppure ai videogiocatori collezionisti, a chi i videogiochi quelli veri (i single player), li gioca veramente.



Nessuno mi toglierà dalla testa l’idea (seppur ipotetica e frutto solo di ragionamenti sulle dichiarazioni pre e post Direct di presentazione), che Nintendo abbia cambiato i suoi piani di rilascio della console (secondo la mia idea verso dicembre 2024-gennaio 2025), puntando ad una release più vicina rispetto a quella prevista (si vociferava un settembre-ottobre 2025), per evitare ulteriori danni ai possibili guadagni al lancio della console, aumentandone il prezzo. Questo probabilmente a causa proprio della nuova amministrazione americana, che sin dai primi giorni di insediamento (così come si poteva prevedere benissimo durante la campagna elettorale made in USA), ha fatto capire al mondo, che “il mondo libero” (scusate la ripetizione) e il “mercato globalizzato”, non era propriamente così tanto tale. Resto sul generico per non entrare troppo nella politica spicciola (già ce ne sono fin troppi che lo fanno, male per giunta), che non è il nostro argomento cardine, ma “ehi”, oggi le persone (specie quelle populiste), hanno bisogno della scuola elementare per capire certe dinamiche, che un bambino capirebbe in 10 minuti. I dazi e le minacce di rincari per quanto riguarda le aziende estere (non solo quelle europee ma anche asiatiche), potrebbe aver convinto società (ricordiamo ai bambini come si farebbe in un episodio di Dora l’esploratrice, che non sono ne ONLUS ne tantomeno aziende pubbliche statali, ma bensì private e quotate in borsa), come appunto Nintendo (così come tante altre, non sarà di certo l’unica), a cambiare totalmente i propri piani (probabilmente pressati anche dagli investitori). Basti vedere l’annuncio affrettato fatto diverse ore dopo il Nintendo Direct di Switch 2 (probabilmente proprio a causa del delirio collettivo), che rivelava al territorio USA, il rinvio dei pre-order della console nel paese, per poi annunciarne un probabile (prevedibile) rincaro, passando dai buoni 450$, fino ad arrivare addirittura sopra i 650 dollari americani (ovvero circa 591,76 euro attuali, circa 1/4 di più rispetto al prezzo europeo, embè, ve lo siete scelti voi il simpatico omino biondo come presidente che vi devo dire xD).



La pazzia dilaga nel mondo (e quello che ho potuto leggere in questi giorni, spero non leggano mai ne storici del futuro, ne tantomeno alieni pronti ad invaderci, sennò auguri), il delirio collettivo di massa, che stiamo vivendo nel corso dell’ultimo periodo (direi più o meno dai tempi post COVID), non fa eccezione nemmeno nel mondo videoludico, ormai schiavo, quasi morbosamente, di un pubblico sempre più insofferente, capriccioso ed infantile, molto spesso, senza alcun tipo di ragione.

Come alcuni colleghi hanno avuto modo di far osservare infatti, Nintendo Switch 2 (così come il suo gioco di punta, il famigerato Mario Kart World a 90, prezzo aumentato solo per incentivarne il bundle a meno, ma vaglielo a spiegare), hanno dei prezzi in linea a quello che il mercato è oggi. Tolta l’inflazione (di cui sopra), il costo dei videogiochi in rapporto ai tempi di NES, SNES, N64, GameCube e Wii (se non addirittura Wii U), è pressoche quasi lo stesso, se non addirittura più vantaggioso. Se siete più vecchi, vi ricorderete infatti quando costava un NES o un Super Nintendo nel periodo che va tra la fine degli 80 fino alla metà degli anni 90, se non lo siete, magari essendo giustamente più giovani, vi rinfresco io la memoria. Per non andare troppo indietro nel tempo col NES (lo facciamo dopo in caso), vi dirò che il Super Nintendo all’epoca fu venduto in occidente a circa tra le 349.000 e le 399.000 lire (180,24 – 206,06 euro al cambio attuale), al quale bisogna però calcolarne l’inflazione galoppante degli ultimi anni, che fa oscillare il prezzo (guarda un pò i casi della vita alle volte), proprio a 446,87 euro, ovvero circa 13 euro in meno rispetto al prezzo di Nintendo Switch 2 base (non in versione bundle) in Europa.


Uniamo poi il tutto alle infruttuose polemiche sui videogame venduti a peso d’oro, 89 euro (Mario Kart rimarrà un’eccezione per me, salvo edizioni speciali), quando il mercato di altre piattaforme, compreso il tanto vantaggioso Steam, che sebbene fa spesso sconti (più che su console), rimane comunque allineato ai prezzi dei AAA al lancio (se non per piccoli sconti di 5-7 euro).

Donkey Kong Bananza ad esempio (che non ha nulla da invidiare a Mario Kart World), costa di base 79 euro in versione fisica (69 only digital come su Switch normale), ovvero un prezzo inferiore ai tanto chiacchierati “90 EURO SIGNORA MIA” di Mario Kart World (poi però compratevi PS5 Pro a 900 euro e GTA 6 (quando uscirà) a 110-120 euro, mi raccomando xD).

Tutto ciò non tenendo poi conto del potere di acquisto, nettamente inferiore da quello che si poteva avere negli anni 80-90, seppur con un mercato e un pubblico decisamente più vasto dell’epoca.



I giochi son si aumentati di prezzo, ma neanche poi così tanto rispetto agli anni 90. Come potete vedere qui sopra, giochi come Killer Instinct e Donkey Kong Country 2: Diddy’s Kong Quest (giusto due giochini da poco dell’epoca lol *ironic mode*), venivano venduti a 79/87 dollari (al cambio circa 71/79 euro dell’epoca, senza inflazione), ma guarda un po, con un prezzo decisamente simile a quello di Mario Kart World e Donkey Kong Bananza, (i casi della vita alle volte xD).

Rincarando la dose, Nintendo non viene da un anno stellare a livello di guadagni. Il tempo della pandemia e delle vendite astrali di Animal Crossing è decisamente terminato ormai, Mario Kart 8 Deluxe ancora vende bene (assieme a titoli molto apprezzati come Mario Party Jamboree), ma Switch nei prossimi mesi (per forza di cose) cederà il passo, non tenendo poi conto di una cosa molto importante.

Ragazzi, l’emulazione di Nintendo Switch, che ha fatto perdere a Nintendo ben 1 milione di copie vendute di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom nel 2024 (vi sembreranno poche in confronto a 15-30 milioni totali che possono fare i giochi first party venduti da Nintendo, ma vi assicuro che non è così, son tanti soldi persi da possibili acquirenti, sia di gioco che di console). Questo fatto è esattamente quello che ha portato poi anche alla realizzazione delle criticatissime “cartucce digitali”, principalmente pensate da Nintendo, proprio per combattere l’eventuale nuova ondata di emulatori su Nintendo Switch 2 (e probabilmente anche per evitare leak enormi a giochi, che ne spoilerano ogni singolo aspetto di gameplay e trama, spesso anche giorni se non addirittura settimane prima del rilascio ufficiale e il termine dell’embargo). Una decisione che ha fatto discutere molto i collezionisti.



Una vera e propria necessità, venutasi probabilmente a creare per i due motivi indicati nel corso di questo articolo, ovvero l’ormai abitudinaria voglia da parte dei videogiochi di avere sempre di più la possibilità di videogiocare in formato digitale (decisamente più comodo e fruibile da tutti, oltre che lo standard da anni anche su PC), oltre che al contrastare proprio quella pirateria (non l’emulazione, son due cose diverse, visto che si parla di console attualmente sul mercato), che ha letteralmente devastato parte delle vendite stellari della prima console Nintendo Switch, specie negli ultimi due-tre anni.

Terminato questo lungo e insofferente rant (tipico di questa rubrica oramai), vi dico solo un’ultima e interessante cosa. Potete lamentarvi, sbraitarvi, piangere, rotolarvi a terra come fanno i bambini quando i genitori non gli comprano l’ovetto Kinder al supermercato, scrivere 900 volte al minuto “Drop the price” all’interno di ogni singola live all’interno dei canali ufficiali (e non, l’ho visto fare persino sotto video di creator abbastanza affermati, anche non strettamente legati a Nintendo, come se veramente contasse qualcosa), ma non cambierà assolutamente nulla. Dubito fortemente infatti che Nintendo abbia intenzione di modificare questa sua strategia, perlomeno nel breve periodo (visti anche i dazi imposti tra l’altro di cui sopra), e anche il fatto che la preparazione al lancio di Nintendo Switch sul mercato, è stata probabilmente decisa, discussa e pianificata dai piani alti a tavolino (assieme agli investitori) da circa un anno e mezzo se non addirittura due. I giocatori (e questo vale per ogni piattaforma, anche non legata strettamente al gaming) devono capire che Nintendo NON è un ONLUS, non è un ente pubblico, ne tantomeno deve farvi da seconda madre, ma è un’azienda privata, e come ogni singola società, ha delle necessità di utili e guadagno, essendo anche quotata nella borsa giapponese (di Tokyo e quella NASDAQ).

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