Come l’andamento dei giochi multiplayer online sta distruggendo la SoloQ, ed il terribile precedente creato da Pokèmon Unite

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Alle volte è difficile pensare a quanto il mondo videoludico si sia evoluto dagli anni 90 fino ad ora, dandoci la possibilità addirittura di giocare online assieme ad altre persone, e non solo attraverso il gioco in locale tra amici e familiari, o addirittura all’interno di una vecchia sala giochi o sala LAN.

Non sempre però l’evoluzione umana (nel nostro caso videoludica) è tutta rosa e fiori, come tutti i rapporti con altre persone (seppur virtuali), portano necessariamente a confrontarci con individui e giocatori di tutti i tipi, con diverse esperienze, età, capacità meccaniche ecc.


Uno dei Pokèmon Center di Tokyo in Giappone

Prendiamo ad esempio uno dei multiplayer più odiati dell’ultimo periodo nell’ambito “Nintendiano”, ovvero Pokemon Unite.

Un MOBA, un genere odiato di per se da tantissime persone (anche giustamente, vista la media di tossicità di titoli come League of Legends o WOW), mischiato ad uno dei brand videoludici e non, più remunerativi del pianeta (tra videogiochi, anime, gadget, parchi a tema, Pokemon Center et similia).

Avendo ormai un’esperienza più che trentennale col mondo dei videogames (iniziai a suo tempo su Super Nintendo nel 1993 con Super Mario World e Super Mario All Stars), ho imparato bene a capire il medium, e decisamente anche la sua evoluzione nel tempo, fino ai giorni nostri.


La tipica situazione di una partita di Pokèmon Unite, tre in Bottom e il Jungler che deve rinunciare a farmare per aiutare in TOP l’unico player

Più passano gli anni e più mi convinco appieno dell’incapacità da parte delle aziende (Tencent e Timi in primis su tutti) di gestire un titolo multiplayer, curandone il matchmaking e la quality of life.

Pokèmon Unite è l’esempio perfetto di come sia facilissimo tirare a se una delle bombe di tossicità quasi mai viste finora nel mondo videoludico, mostrando persone adulte (spesso magari anche ventenni e trentenni) con un cervello di bambini di due anni, agire in delle maniere spastiche e confuse, con un neurone che chiede pietà all’umano che lo contiene.

Tra questi fatidici esseri viventi, ci sono i fatidici AFK players (per i meno esperti si tratta di stare fermi senza giocare, ovvero acronimo “Away From Keyboard”, in italiano letteralmente “lontano dalla tastiera”), a gente che cerca di rovinarti le partite nei modi più disparati, spesso creando danni enormi alla squadra, o addirittura nel caso di Pokèmon Unite, facendosi uccidere a ripetizione dagli avversari (volutamente), anche detto feeding (reportabile dal gioco stesso a fine game), ovviamente senza un’effettiva conseguenza o penalità effettiva da parte degli sviluppatori.


Score Shield e Buddy Barrier, due degli item più spammati e rotti fino alla scorsa patch

Ciò porta al passo successivo, le penalità dei giochi multiplayer servono ad arginare il problema? La risposta è ovviamente si, ma solamente se stiamo parlando di un titolo online che non viene pensato esclusivamente per creare skin e guadagnare dalle microtransazioni, e che non viene gestito palesemente per generare una frustrazione tremenda a chi decide volutamente di giocare in SoloQ (in gergo giocare da solo con altre persone senza comunicare) e non con gli amichetti del cuore.

L’ultimo paragrafo descrive perfettamente Pokemon Unite, un gioco che poteva essere una bella robetta, ma che nel suo ormai primo anno di vita (nel mese di luglio 2022), è solamente riuscito a creare una brutta copia dei MOBA già esistenti (già di per se mediocri e tossici a mio avviso).

L‘ultima patch rilasciata ha fatto si che il gioco venisse un minimo bilanciato, eliminando alcune problematiche riguardanti item come la Buddy Barrier e lo Score Shield, abusatissimi dalla maggior parte dei giocatori, ma non è decisamente bastato.


Il tipico main Talonflame, disperato per la morte del proprio beniamino

Ma se il gioco è stato rivoluzionato, nerfando Pokemon come Darudalon, Talonflame etc. (seppur buffandoli altri), è veramente migliorato per tutti? Come avrete ben capito la risposta è chiaramente no.

L’andamento negativo che avvolge Unite da sei mesi non si è spento con una discreta patch, ma è stato addirittura alimentato dai player frustrati per i loro main nerfati, che non sono più in grado di giocare senza utilizzo di abuse e meccaniche rotte, con addirittura un conseguente utilizzo di cheat (decisamente comuni nel corso degli ultimi giorni).

Detto tutto questo voi mi chiederete, cazzo ma allora prova a creare un team, gioca solamente assieme a qualcuno. E qui si ritorna all’inizio dell’articolo, è necessario giocare con persone amiche per forza per vincere e godersi un multiplayer?

Intendiamoci, nel caso di Pokèmon Unite, nell’attuale meta (5 maggio 2022) e con l’attuale situazione di player nella SoloQ, la risposta potrebbe essere chiaramente un si, ma invece è un NO categorico.


Uno splendido artwork di Mario Kart 64, uno dei titoli più celebri nel multiplayer locale di fine anni 90

Il videogioco non è nato ne cresciuto con l’idea di unire per forza i giocatori, tanto che negli anni 90 (ed ancora oggi), i videogame vengono ancora demonizzati se non addirittura percepiti come medium che fa marginare le persone dalla società, cosa che palesemente non sono (sebbene sia tra le industrie più attive e remunerative del pianeta, e pensare ciò non ha alcun minimo di senso).

Il gaming è nato come “Persona X si avvicina a gioco Y e lo gioca” scoprendolo DA SOLO, senza guide nei video walkthrough su Youtube (un saluto ai simpatici Soul players di Elden Ring, tutti bravi a mettersi build rotte e dire che il gioco è semplice nelle live su Twitch), per poi evolversi nel gioco in multi locale, come succedeva ad esempio ai tempi del Nintendo 64, con i partitoni in salotto tra amici fino a quattro giocatori, a titoli come Mario Kart 64, Mario Party o Super Smash Bros.

Il multiplayer e lo giocare assieme non sono una cosa errata di per se, ma nel caso di Pokemon Unite lo diventano palesemente, creando uno dei precedenti più pericolosi di sempre, sia all’interno di un MOBA, che in un qualsiasi altro genere possieda un multiplayer online a squadre.


Il tipico risultato finale di un game di Unite in SoloQ, compagni inesistenti…

La tossicità, l’incapacità di capire cosa fare ed aiutare il proprio compagno senza sabotare la partita, crea un vortice infinito di rabbia e frustrazione (specialmente nelle partite in ranked, ovvero le competitive), che si protrae anche nei game successivi e che non permette più al titolo di essere giocabile normalmente in maniera lucida, allontanando di conseguenza i giocatori più bravi che vogliono impegnarsi in un multiplayer e/o competitivo serio (cosa che sta succedendo ormai da mesi) o persino obbligarla a giocare con amici in Full Team, altro errore gravissimo a mio avviso.

Un gioco online a squadre che non è giocabile da solo e che ti invoglia, se non addirittura ti obbliga a giocare in squadra, non è di per se un gioco destinato a morire?

Faccio un esempio, sempre più spesso mi capita di avere voglia di fare una partitina ad un gioco multiplayer per 5-10 minuti (a differenza di LOL, i game di Unite hanno una durata molto inferiore), magari anche di notte o in un momento strano della giornata. Mettiamo anche che in quell’istante alcuni dei miei amici di un ipotetico team abbiamo i loro impegni, una vita ed altre cose da fare, cosa faccio non gioco per il terrore di un gioco sbagliato nella SoloQ?


La nostra intera Playlist con tutti i video dedicati a Pokèmon Unite dalla beta

Non è forse un errore mortale, se non un precedente terrificante per eventuali nuovi multiplayer online? (Dio mio spero con tutte le mie forze che ciò non accada anche per Splatoon 3). A questo punto voi mi potreste dire: “cazzo non giocare in SoloQ stronzo”, io invece vi risponderei invece “figli di puttana voi”, che giocando solamente in team contribuite alla distruzione del matchmaking dei multiplayer online, magari anche incentivando dinamiche tossiche e truffaldine, anche acquistando skin a manetta tramite microtransazioni, alimentando le casse di Tencent e Timi (nel nostro caso) e dandogli modo di trattarvi come polli da spennare, senza un cervello proprio.

Colpa vostra anche perchè Pokemon Unite continua a mettere team da due/tre se non addirittura quattro con gente in SoloQ, creando in quasi la stramaggioranza dei casi, un abisso enorme in termini di capacità meccanica, livellamento del proprio personaggio e perseveranza nell’ottenimento degli obiettivi in-game, che ti da giocare in squadra ed in comunicazione vocale su Discord, e che ti invoglia a dare il massimo SOLAMENTE in team e non in solo, creando appunto un disastro totale nel matchmaking.

Detto questo, insulti a parte (meritati mi spiace), probabilmente sarebbe meglio che giochi in team multiplayer (MOBA, FPS/TPS et similia), non diano più la possibilità di giocare in SoloQ, per almeno evitare che altri giocatori (specialmente quelli più giovani) si avvicinino alla tossicità del multiplayer online moderni (specialmente quello dei MOBA), e magari invogliarli a giocare i cari e vecchi Single Player, che male non fa sia a loro che alle vendite di chi da anni (come Nintendo), cerca di creare titoli di qualità, senza fronzoli, microtransazioni ed ecosistemi tossici e truffaldini.

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