[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO] Elden Ring: Shadow of the Erdtree, un’espansione capolavoro ma limitata dall’essere un souls?

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In questo articolo della rubrica “EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO“, ci concentreremo su Elden Ring: Shadow of the Erdtree, uscita recentemente.



Molte volte ci si mette nei panni del “videogiocatore elitarista”, l’ho fatto anche in passato (spesso sbagliando, altre volte azzeccandoci in pieno), specie quando si parla dei videogame, e della caduta libera del livello di difficoltà medio di ogni titolo da dieci anni a questa parte.

I souls però sono un discorso decisamente a parte, un genere veramente unico, con una fan base che va dal super appassionato fissato (in maniera molto bonaria e tranquilla), al giocatore più tossico mai visto in un videogame, quasi ai livelli dei random su League of Legends. Questo comporta molte cose, in quanto From Software basa l’intero sviluppo delle sue opere, prendendo come riferimento questo manipolo di subumani (di media credo circa il 15-20% dei giocatori dei Souls, specie dai dati che emergevano da quanti avevano accesso al DLC di Shadow of the Erdtree, battendo Mohg).

Non solo l’accesso all’espansione richiedeva di battere un Boss in una zona segreta (già di per se follia, e no “è ma già lo facevano in Dark Souls 2” e “avete avuto 2 anni per batterlo”, non è una risposta valida mi spiace, in culo a voi), è di parte una scelta discutibile, magari non criticabile appieno, ma comunque non particolarmente apprezzata dai più, vista anche la difficoltà nel battere Mohg e il solito manipolo di gente che lo ha battuto al lancio dell’espansione, come dicevamo già qui sopra.

Tralasciando il gap iniziale per accedere ad un contenuto pagato, anche profumatamente, 39 euro son comunque bei soldini (sebbene meritati appieno, ne parleremo dopo di questo), stiamo parlando di un’espansione nella quale ogni singola cosa presente all’interno della mappa, è in grado di on-eshottare o bi-shottare il giocatore facilmente, a prescindere dal livello dello stesso, e del fatto che sia in New Game o Plus. Elden Ring: Shadow of the Erdtree ti lascia sin dai primi istanti un senso di oppressione assoluto (ideale per chi magari non tocca il gioco da quando è uscito, perchè l’ha finito 1-2 anni fa, gg), ogni zona sarà infestata da miriade di nemici, pronti a colpire il giocatore nelle maniere più assurde e violente, basti pensare ad un gigante di fuoco a pochi passi dell’entrata della Piana dei Sepolcri. Non parlando poi delle Boss Fight, esasperate fino alla nausea, con damage output da parte dei Boss, completamente sbilanciato a sfavore del giocatore (limitato solo dalla raccolta delle Benedizioni dell’albero ombra, i potenziamenti che vanno a sostituire in parte il sistema di livellamento del gioco base). Il Git Gud, celebre meme della community souliana, non giustificherà le angheria proposte da Miyazaki e company in questo DLC, in quanto persino parecchi videogiocatori di Elden Ring, con alle spalle 300-400 di livello nel gioco base, hanno chiaramente denigrato la scelta di rendere l’espansione così frustante e difficile, nonostante sia la base per questo genere. Boss come Rellana, ma anche lo stesso Messmer, vi richiederanno miriade e miriade di tentativi (specialmente se non avete build rotte ed efficaci contro di loro), specie per quest’ultimo, un incubo da battere, ma anche solo per arrivare nella seconda fase, che sarà essenzialmente una delle cose più insane mai viste in un videogioco, sebbene tra cutscene, dialoghi e stile del personaggio in quanto a design e personalità, siamo a dei livelli veramente altissimi.

Detto ciò, penso si possa tornare alla domanda iniziale, Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione capolavoro ma limitata dall’essere un souls? La risposta secondo il modesto parere è si. Elden Ring base fu il Game of the Year dell’anno in cui uscì, ma allo stesso tempo posso tranquillamente affermare di quanto poteva essere il GOTY degli ultimi 10 anni, se non fosse stato un souls game più aperto, ma magari una sorta di action RPG, con dinamiche magari più simili a Sekiro o altri giochi più classici del genere. Questo perchè la lore di Elden Ring, così come quella di personaggi incredibili come lo stesso Miquella, un semidio in grado di sedurre interi popoli da unirli per la sua causa, ma anche la stessa Malenia, Messmer, Radahn e tutti gli altri della famiglia della Regina Marika, creano un’ecosistema ed un’intreccio narrativo di livello molto alto, che in un periodo videoludico come questo, dove pullulano sempre di più, titoli mediocri con poco mordente, è probabilmente quello che ci voleva, peccato sia un souls.

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