
[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO] Nintendo Switch 2, i titoli di lancio in comparazione con tutte le console di Nintendo dalle origini su NES
In questo articolo della rubrica “EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO“, ci concentreremo sui giochi di lancio presenti su Nintendo Switch 2.
E lo so tocca farlo nuovamente (sta diventando snervante anche per me lo so, ma durerà ancora un mesetto nemmeno), ovvero smentire o perlomeno far un minimo ragionare (per quanto possibile sia farlo fare alle mandrie di bufali del web, che vedono il rosso di Nintendo come l’unico nemico).
Il punto sui quali i detrattori di Nintendo Switch 2 (palesatesi come funghi in queste quattro settimane dalla presentazione ufficiale), è stato quello di definire i titoli di lancio della nuova ibrida di Nintendo, come “non sufficienti” all’acquisto della console nel periodo di lancio.
Ebbene signori, siamo qui per esaminare il tutto (dati alla mano), comparando il lancio di Nintendo Switch 2 (e i suoi giochi), con tutte le console Nintendo uscite finora (dal NES in poi, parliamo solamente di console da casa per non diventare completamente scemi, magari in futuro approfondiremo anche quelle handheld, senza altre piattaforme “rivali” per evitare console war inutili), facendo una sorta di memorandum, a chi pensa che c’è sempre la fregatura dietro l’angolo (per poi prendere PS5 al lancio overprezzata, con 10 esclusive in 7 anni, bravi davvero),vi penso sempre, giocatori dalla memoria corta xD.
Non è stato affatto semplice recuperare informazioni sui titoli di lancio (specialmente di console più vecchie), sebbene non sia stato così impossibile come immaginavo. Per quanto abbia una memoria abbastanza allenata, non è abbastanza efficace dal ricordare esattamente ogni gioco rilasciato nel periodo di lancio di ogni console Nintendo (considerando poi che regionalmente alle volte non erano sempre gli stessi titoli, ma variavano dal lancio tra territorio giapponese, americano ed europeo).
Partiamo dall’amato NES (aka Nintendo Entertainment System), la prima “effettiva” console da casa del colosso di Kyoto, messa in commercio per la prima volta 15 luglio 1983 al prezzo considerevole di 14.800 ¥ (yen) (corrispondenti a circa 65 dollari dell’epoca), con il nome di Family Computer, abbreviato più brevemente in FamiCom.
Originariamente il nome in codice del progetto fu “GameCom”, ma fu cambiato su suggerimento della moglie di Masayuki Uemura. Al momento del lancio giapponese erano disponibili 3 titoli, tutti conversioni di arcade coin-op realizzati da Nintendo: Donkey Kong, Donkey Kong Jr. e Popeye. Come avrete sicuramente intuito (non ci vuole una particolare astuzia o furbizia), non furono giochi leggendari come Super Mario Bros o The Legend of Zelda (ma anche lo stesso Metroid), ad aprire le danze e cambiare le sorti dell’intero mercato dei videogiochi (parlo ovviamente di Mario), infatti fu rilasciato solamente nel corso del lancio americano nel 1985 (quasi due anni dopo il lancio nipponico), assieme a Gyromite e Duck Hunt. Seguirono tra il 1986-1987 (tempo di lancio anche nel territorio europeo), titoli come Metroid, Castlevania, Rush’n Attack, Mega Man, Rad Racer e Zelda.
Veniamo alla seconda console “da casa”, quella che tra l’altro è stata la mia prima assoluta da bambino nel 1994, ovvero il leggendario Super Nintendo. Non era sicuramente facile prendere un’eredità così grande, che il NES aveva lasciato, ma lo SNES ci riuscì in pieno, divenendo addirittura per moltissimi appassionati, una delle migliori console Nintendo di sempre (se non addirittura tra le migliori in assoluto). Il Super Famicom (nome giapponese) debuttò sul territorio nipponico il 21 novembre 1990, al prezzo di 25.000 yen. La console ebbe un successo strepitoso al lancio, dovuto anche all’idea di Nintendo di includere un gioco leggendario come Super Mario World, gratuitamente all’interno della confezione. Quest’ultimo però non fu l’unico titolo ad affiancare il lancio della console, ci furono infatti altri giochi ad accompagnare il lancio dello SNES (anche in Occidente), come F-Zero, Pilotwings, Sim City e Gradius III. Anche in questo caso (tolto ovviamente SMW), vediamo che i big della piattaforma, come ad esempio Donkey Kong Country (1994), Super Mario All-Stars (1993), The Legend of Zelda: A Link to the Past (1991-1992), Super Mario World 2: Yoshi’s Island (1995), Super Metroid (1994), Street Fighter II Turbo: Hyper Fighting (1993), furono rilasciati molti mesi dopo il lancio originale della console sul mercato (se non addirittura dopo qualche anno), facendoci rivalutare ancora una volta, i giochi di lancio della nuova ibrida di Nintendo.
Venne il tempo poi della console rinominata da molti all’epoca come il “Nintendone” (nome maschile, non “la Switch” ricordiamolo sempre), ovvero il classico Nintendo 64. La console di quinta generazione a 64-bit a cartucce (ormai obsolete all’epoca in favore del formato CD), rilasciata sul mercato in Giappone il 23 giugno 1996 (dopo il fallimento tempestivo e disastroso del Virtual Boy), ebbe un lancio decisamente più fiacco dei suoi fortunatissimi predecessori. Nonostante la presenza del leggendario Super Mario 64, vero system seller della console, assieme a pochi altri giochi, non ci fu molto altro ad accompagnare il lancio della nuova piattaforma della Grande N, se non Pilotwings 64, non proprio il gioco migliore del mondo diciamo, sebbene ricordato con affetto dagli appassionati. Anche in questo caso, forse addirittura di più che per il Super Nintendo (vista anche la pressione messa da Sony con la sua PS1), i veri big arrivarono molto dopo ad affiancare Re Mario. Titoli come The Legend of Zelda: Ocarina of Time (arrivato solamente nel 1998), Banjo-Kazooie (1998), Mario Kart 64 (1996-1997), F-Zero X (1998), e il primo Super Smash Bros (arrivato solo nel 1999), non servirono troppo a riuscire a far dominare Nintendo sul mercato come in passato, ma regalarono all’epoca, comunque dei gran bei pomeriggi di divertimento, ai bambini e i ragazzi nati e cresciuti nel corso degli anni 90.
Dopo la console “tiepida”, ma seppur molto amata, ci fu un’altra console molto sfortunata (meno che il Virtual Boy), che si ritagliò però, uno spazio enorme nei cuoricini dei fan più appassionati del colosso nipponico, tanto da venir considerata spesso, la console migliore (stavolta davvero) di Nintendo in assoluto, parliamo ovviamente del GameCube. Il cubo viola, dalla forma così strana ma allo stesso tempo così familiare e riconoscibile, ebbe un lancio tra i migliori di sempre (a mio avviso perlomeno), dell’intera storia della grande N. Nonostante i chiacchericchi e le polemiche derivanti il fatto della mancanza di un main game della serie di Mario, convertito poi in quella perla (ancora oggi) di Luigi’s Mansion, il lancio del GCN, fu tra i più fortunati dell’intera storia della Grande N.
Conosciuto inizialmente col il nome in codice di “Project Dolphin”[, Nintendo GameCube fu annunciato nel maggio 1999, presentato poi durante l’E3 2001 vennero svelati i titoli di lancio della console, tra cui Luigi’s Mansion, Super Monkey Ball, Wave Race: Blue Storm, Super Smash Bros. Melee (un mese dopo), Pikmin (qualche settimana dopo), Crazy Taxi.
Conosciuto inizialmente col il nome in codice di “Project Dolphin”[, Nintendo GameCube fu annunciato nel maggio 1999, presentato poi durante l’E3 2001 vennero svelati i titoli di lancio della console, tra cui Luigi’s Mansion, Super Monkey Ball, Wave Race: Blue Storm, Super Smash Bros. Melee (un mese dopo), Pikmin (qualche settimana dopo), Crazy Taxi (qualche settimana dopo) ed Animal Crossing (dicembre 2001), un pacchetto di giochi dignitoso (se non notevole) per l’epoca di appartenenza, che però non bastò all’amato cubo viola per riuscire ad entrare di prepotenza in tutte le case dei videogiocatori degli inizi 2000. GameCube ebbe innumerevoli titoli di qualità (seppur decisamente inferiori di quantità rispetto a PS2), tra i quali anche l’esclusiva terze parti (divenuta poi temporanea), di Resident Evil 4, ma anche Metal Gear Solid: The Twin Snakes, il remake del primo capitolo della serie di Hideo Kojima. Non parliamo poi dei titoli “first party”, che furono il cuore della piattaforma, specialmente dopo l’abbandono di molte delle software house terze parti, a favore di una PS2 dalle vendite stellari. Il primo che mi viene in mente, e che appartiene alla mente di tutti quelli che all’epoca si affiancarono dalla parte del “più debole” (videoludicamente parlando in termine di vendite), fu sicuramente The Legend of Zelda: The Wind Waker, ancora oggi amatissimo e pronto a tornare nella sua veste originale, sul Nintendo Switch Online di Switch 2. Non parliamo poi di giochi come The Legend of Zelda: The Wind Waker, Metroid Prime, Mario Kart: Double Dash, ma soprattutto, Paper Mario e il Portale Millenario, uno dei giochi più amati della piattaforma viola di Nintendo.
Venne poi il 2006, probabilmente uno dei periodi più floridi (specialmente in termini economici) della grande N, che vide il debutto di una delle console più ricordate e vendute dell’intero ecosistema gaming, ovvero Nintendo Wii. Erede dello sfortunato Nintendo GameCube, riuscì infatti ad imporsi nettamente sul mercato, surclassando le rivali Xbox 360 e PS3, con ben 101,63 milioni di unità vendute, rendendola di fatto la console più amata della settima generazione, superata per vendite (tra le le console home) solo recentemente da Nintendo Switch.
Conosciuta col nome in codice di “Nintendo Revolution” (o semplicemente Revolution), la console con i “futuristici” controller con sensore di movimento (copiati poi da Sony col Psmove), fu presentata ufficialmente col suo nome definitivo (Wii) dal compianto Satoru Iwata (sempre nei nostri cuori), durante l’E3 2006. Il successo massiccio della console fu incredibile, arrivò nelle case di moltissime persone, tante delle quali non si erano mai avvicinate nella loro vita (neanche pagate ne sotto tortura), al mondo videoludico, alcune di esse (se non molte), riluttanti in passato verso “i nerds”, che perdevano tempo a videogiocare negli anni 90, invece di uscire e trovarsi una ragazza. Wii fu uno spartiacque assurdo per il mondo dei videogame, anche grazie al bundle di lancio che incluse Wii Sports (da recenti dichiarazioni voluto fortemente dal presidente di Nintendo of America del tempo, ovvero Reggie Fils-Aime), negli store americani ed europei. Wii Sports però non fu l’unico gioco ad uscire al lancio con Wii, ma ci furono altri giochi della linea, come ad esempio Wii Play, Need for Speed Carbon, Super Monkey Ball Banana Blitz ed altri titoli terze parti minori, ma soprattutto, come non ricordare The Legend of Zelda: Twilight Princess, uscito al lancio di Wii, ma anche come titolo di chiusura dell’ecosistema GameCube.
Un’altra chicca riguardante Wii (da non dimenticare assolutamente), è che fu la primissima console Nintendo, ad includere uno shop online dei suoi titoli, compreso anche dell’originale Virtual Console, che permetteva ai nuovi giocatori, di riscoprire le perle del passato videoludico di Nintendo, spaziando da console come NES, SNES e Nintendo 64. Non solo, fu la prima console Nintendo a permettere di giocare a distanza online (con i videogiocatori di tutto il mondo), tramite il WiiConnect24, il servizio online gratuito, che permise ai giocatori su Wii di giocare assieme in giochi popolarissimi come Mario Kart Wii, il primo della serie che fu da apripista per i capitoli successivi del franchise.
Come si dice però, non tutte le ciambelle riescono con il buco, e forse data la troppa presunzione (derivante le vendite da capogiro di Wii), ci fu un altro periodo buio della grande N, forse addirittura peggiore dell’era GameCube (ma sicuramente meno di quella Virtual Boy, che rimane personalmente imbattuta per questo). Stiamo ovviamente parlando del successore di Wii, ovvero Nintendo Wii U.
L’insuccesso di Wii U può essere compreso appieno (perlomeno dopo molti anni dalla suo abbandono), da alcuni fattori abbastanza chiari. Il primo su tutti è stato sicuramente quello di non comunicare perfettamente cosa fosse la nuova piattaforma di gioco della Casa di Kyoto. Wii infatti aveva fatto del bene enorme a Nintendo, ma si rivelò allo stesso tempo un coltello dalla doppia lama, in quanto divenne un termine di paragone ingombrante per Wii U. Nei negozi del tempo (specialmente quelli italiani, come ad esempio Media World e Gamestop), Wii U veniva percepito dai giocatori dell’ultima ora (tantissimi casual, tra le quali anche mamme, e signori più anziani, entrati grazie a Wii nel mondo dei videogame), come una semplice “periferica aggiuntiva” al vecchio Wii, un upgrade e non una vera e propria nuova generazione di console, Fu il delirio più totale, tra il 2012 e il 2015, i negozi furono tappestati di cartelli che citavano palesemente scritte come “I giochi e i dischi Wii U non funzionano su Wii”, proprio accanto alle nuove proposte della grande N, che venivano distinte tra l’altro, da una colorazione dal bordo più azzurro (tendente al blu), che serviva proprio a distinguerle da quelle bianche di Wii, ovviamente missione totalmente fallimentare. Wii U fu lanciato in periodi notevolmente diversi per regione, l‘8 dicembre 2012 in Giappone (tra l’altro fu una delle console ad uscire prima in Occidente), il 18 novembre 2012 negli USA e il 30 novembre 2012 nel territorio europeo. Il pacchetto di lancio di Wii U, non fu così disastroso come in tanti tendono a ricordare e sottolineare, infatti la console fu accompagnata da un discreto numero di giochi, tra i quali ZombiU di Ubisoft (horror molto sottovalutato, anche dopo la perdita di esclusività e la pubblicazione come “Zombie” sulle altre piattaforme), New Super Mario Bros. U (altro titolo di Mario sottovalutatissimo, il primo tra l’altro ad includere un’espansione totalmente dedicata a Luigi, New Super Luigi U), Nintendo Land, oltre ad altri titoli terze parti da citare (popolari) come Skylanders: Giants, Epic Mickey 2: L’avventura di Topolino e Oswald, FIFA 13 di Electronic Arts, Call Of Duty: Black Ops II di Activision ed Assassin’s Creed 3 (Ubisoft) e Sonic & All-Stars Racing Transformed (Sega). I giochi però, stavano iniziando a non essere poi così determinanti per le sorti della console (salvo le classiche esclusive), e ben presto Wii U (anche grazie alle 13 milioni di console piazzate in totale), venne ben presto abbandonato delle terze parti (forse addirittura in maniera più brusca rispetto a GameCube), ma non da Nintendo, che continuò, fino al 2016, a sfornare miriade di giochi in esclusiva, pur sapendo benissimo che non sarebbero mai bastati a risollevare le sorti di una console “fallimentare”, ma particolarmente amata, dai suoi pochi possessori. I primi titoli che mi vengono in mente, che sono rimasti nella storia della console (per poi essere rilasciati anche su Switch), sono Bayonetta 2, The Wonderful 101, Super Mario 3D World, l’onnipresente Mario Kart 8 (con la sua fortunatissima versione Deluxe su Switch), The Legend of Zelda: The Wind Waker HD, la rimasterizzazione dell’amato capitolo per GameCube, ma soprattutto uno dei titoli migliori di Wii U, ovvero Xenoblade Chronicles X, probabilmente il miglior JRPG presente sull’ecosistema, recentemente arrivato con la Definitive Edition anche su Nintendo Switch.
Dopo la dismissione di Wii U il 31 gennaio 2017, il futuro della grande N risultava essere notevolmente incerto, specialmente vista la morte inaspettata e dolorosa del compianto Satoru Iwata, scomparso l’11 luglio 2015, figura determinante sin dagli esordi della compagnia, divenuto presidente ed ideatore di serie come EarthBound (Mother) e Kirby, oltre che il responsabile della realizzazione di Nintendo DS e Wii, contribuendo anche alla realizzazione di Nintendo Switch (ben prima del suo rilascio e della sua morte), e sembrerebbe anche di Nintendo Switch 2 (almeno secondo alcune dichiarazioni recenti da parte dei piani alti della casa nipponica). Venne però quel fatidico giorno, il 3 marzo 2017, che cambiò notevolmente le sorti della casa di Kyoto, il lancio di Nintendo Switch. Rivelato il 20 ottobre 2016 col nome in codice di “NX” o “Nintendo NX”, la prima console ibrida del colosso nipponico, approdò violentemente sul mercato ad inizio marzo 2017, imponendosi subito grazie anche al lancio di uno dei titoli migliori dell’ultimo decennio videoludico, ovvero The Legend of Zelda: Breath of the Wild (uscito anche su Wii U, come accadde per Twilight Princess tra Gamecube/Wii), titolo di lancio pazzesco, che trainò sin da subito le vendite della console, raggiungendo un numero di utenti decisamente superiori a quelli previsti da Nintendo, arrivando a far avvicinare nuovi giocatori verso l’ecosistema di Mario e co. (in parte come era già successo ai tempi di Wii). BOTW non fu però l’unico gioco di lancio di Nintendo Switch, fu accompagnato da altri giochi (anche terze parti), come Puyo Puyo Tetris, Super Bomberman R, Shovel Knight: Specter of Torment e Treasure Trove e Fast RMX.
Non è facile citare il numero di giochi che hanno fatto la storia della piattaforma, ma tra questi andrebbero sicuramente citati giochi come Mario Kart 8 Deluxe, la versione “migliorata” riportata in auge da Wii U, letteralmente il gioco più venduto (probabilmente anche di sempre) di Nintendo, con le sue 64,27 milioni di unità piazzate (riportate a gennaio 2025). Parlando di best sellers, come non citare anche il compagno di giochi di Mario Kart, ovvero Animal Crossing: New Horizons, secondo titolo più venduto su Switch, con le sue 46,45 milioni di unità vendute, divenuto globalmente popolare, con un lancio iperfortunoso durante il periodo di pandemia da COVID-19. A questo punto citerei anche il terzo della lista, ovvero Super Smash Bros. Ultimate (35.14 milioni di unità vendute), uno dei picchiaduro col numero di personaggi più alto di sempre, spaziando da personaggi provenienti dal mondo dei videogame, tra i quali Sonic, Snake (Metal Gear) Ryu (Street Fighter), Mega Man, Terry Bogard (Fatal Fury), Steve (Minecraft), ed addirittura personaggi come Kazuya Mishima (da Tekken), Sephiroth (da Final Fantasy 7) e persino Sora (da Kingdom Hearts). Nintendo Switch però fu anche la casa dopo innumerevoli anni passati, di un nuovo capitolo della serie 3D di Mario, ovvero Super Mario Odyssey, un gioco open map meraviglioso, che è andato ad affiancarsi a classici della serie, come Super Mario 64, Sunshine e Galaxy. Non mancarono neanche titoli di Pokèmon, con Spada e Scudo, ma soprattutto i criticatissimi Scarlatto e Violetto, che nonostante siano tecnicamente tra i peggiori del franchise, ebbero comunque un grande impatto sulle vendite della console, Pikachu è sempre Pikachu ragazzi.
Pur risultando essere “di fatto” ed in maniera “oggettiva”, la console tecnicamente più scarsa della sua generazione, Switch ebbe la meglio (per successo di pubblico e vendite) non tanto per la potenza hardware, ma per l’idea geniale dietro la sua realizzazione. Il fatto di essere una console ibrida, ovvero sia fissa che portatile, fu una svolta epocale per il mercato videoludico, permettendo ai giocatori di giocare “dove e quando vogliono”, così come affermato da molti spot pubblicitari del periodo. Oltre a questa sua versatilità, Nintendo Switch poteva vantare sin dai primi mesi, di una libreria di titoli assurda, derivante anche il fatto che Nintendo era riuscita ad unire i team, giochi e serie presenti sulle vecchie console portatili (DS e 3DS) a quelli delle fisse (Wii e Wii U), riuscendo a raggrupparli in un solo ecosistema ibrido, in grado di vantare un numero di esclusive immenso, quasi mai visto su una sola console nella storia di Nintendo. Non solo, Switch riuscì con le sue vendite (seconde solamente a Nintendo DS e PS2) ad accattivarsi l’interesse quasi morboso delle terze parti, pronte a fare la fila per pubblicare i loro giochi sulla piattaforma (alcuni di essi c’è da dirlo, con porting decisamente scadenti).
E venne il momento ragazzi, dopo tantissimi anni di attesa, ma soprattutto di rumor insensati da parte di leaker e stampa, pronti ogni santo giorno a scartavetrarci i cosiddetti (persino adesso lol), di capacità hardware e informazioni tecniche, siamo arrivati ai giorni nostri. Nintendo Switch 2 è ormai alle porte, manca ormai poco più di un mese al lancio (il 5 giugno 2025), e il lancio prospetta comunque delle buone nuove, sebbene tanti dubitano di ciò. Assieme a Mario Kart World, saranno infatti disponibili altri giochi (sia versioni di giochi per Switch che effettivamente nuove release).
Tra questi come non citare i due nuovi capitoli di Deltarune (Chapter 3 e 4), che arriveranno al lancio su Switch 2, ma anche giochi come Rune Factory: Guardians of Azuma, Civilization 7, Bravely Default: Flying Fairy HD Remaster, Fast Fusion, Cyberpunk 2077: Ultimate Edition, Hogwarts Legacy, Hitman: World of Assassination, Split Fiction, Yakuza 0: Director’s Cut ed Arcade Archives 2: Ridge Racer, pochini diciamo dai (lel). Tutto questo escludendo a priori le “Nintendo Switch 2 Edition” disponibili al lancio, di giochi come The Legend of Zelda: Breath of the Wild, The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, con framerate e risoluzione migliorati sulla nuova console ibrida di Nintendo.
Non è facile stilare una classifica generale delle console (in base al lancio migliore), ma pensandoci e riflettendoci un po (c’è sempre da imparare anche dopo 30 anni di gioco), sono riuscito bene o male, a cercare di mettere in ordine le idee. Trovate la mia classifica proprio qui sotto.
1° Nintendo GameCube
2° Super Nintendo
3° Nintendo 64
3° Nintendo Switch 2
4° Wii U
5° Nintendo Switch
6° NES
7° Wii
8° Virtual Boy
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