[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO]  Multiplayer o Single Player nel 2022? Cosa è meglio e cosa i videogiocatori moderni scelgono di giocare? E se lo fanno con cognizione di causa

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Questo discorso è già stato affrontato in passato attraverso altri articoli, citandone due, il recente post dedicato a Mario Strikers, ma anche l’attacco feroce a Pokemon Unite.

Il multiplayer nel 2022 risulta essere un argomento davvero delicato da trattare online (che siano live su Twitch o Youtube, video o articoli), un campo minato vero e proprio nel quale sguazzare con la paura di un Ucraino (in questo momento storico), vuoi anche perché la community e le fanbase di alcuni titoli o serie, se non addirittura console o aziende (come possono essere Valve, Sony, Nintendo, Microsoft o chicchessia, neanche fossimo nel console war del 2006), condizionano nettamente le opinioni dei videogiocatori, spesso non rendendole lucide ed oggettive nei discorsi e nelle conversazioni con amici, che siano IRL o online, magari su Telegram, Discord o social in generale.


Il nostro vecchio video promo per spammare il Canale Telegram (entrate stronzi xD)

Spesso infatti in base alla propria propensione verso una determinata piattaforma, che può essere PC, Xbox Series S/X, Nintendo Switch, PS5, e perché no anche mobile, condiziona l’opinione pubblica dei videogiocatori, oscurandone l’oggettività di pensiero verso la “propria sponda”, che poi propria non è, come ci insegna il vecchio periodo delle flammate sui forum nei primi anni 2000 (su piattaforme come Forumfree e Forumcommunity), ovvero è l’azienda che guadagna, non tu videogiocatore che devi difenderla nemmeno fossi un’azionista di maggioranza, sebbene non più fatto sui forum, ma sui social come Instagram, Tiktok, Discord ed anche Twitch stesso.

Questo accade indistintamente (ed ancora oggi incredibilmente) sia per i titoli single player, che per quelli multiplayer, con la differenza che nei primi, spesso l’utente “fanboy” difende a spada tratta più la casa madre (che spesso ha l’esclusività di quel determinato gioco o serie), a sfavore del gioco stesso, usato solo come portatore di odio verso altre persone (spesso virtuali come ci insegnano i nutellini da tastiera), e mai celebrato come vera opera d’arte videoludica, così come meriterebbe.

Nei secondi invece, “i famigerati multiplayer”, sia crea spesso un alone di fanboismo ancora più pericoloso di un utente Sony dopo le 20 esclusive PS5 (che poi sono 3) rinviate al 2025, una sorta di setta videoludica coi paraocchi, che spesso non si rende nemmeno conto di come vengono sfruttati (specialmente in quelli free-to-play e gatcha), come vere galline dalle uova d’oro, per farmare soldi da microtransazioni, skin e così via.


La nuova patch “primo anniversario” di Pokémon Unite, con l’unica nota positiva, la Boss Rush Mode, che guarda caso è riuscita bene solamente perché si affrontano Boss controllati solamente dalla CPU del gioco.

Non solo vengono utilizzati e spesso spennati nel portafoglio (Genshin Impact docet), con Season Pass, contro DLC, contro aggiunte, contro skin, ma vengono anche spesso presi per i fondelli per quanto riguarda gli aggiornamenti e l’evoluzione del gioco stesso, vedasi ad esempio il recente update di Dead by Daylight, ma anche quello di Pokèmon Unite, restando in casa “Nintendiana”. Entrando più nello specifico, c’è un malcontento generale evidente da parte di entrambe le community che si sentono tradite, seppur di tradimento non si tratti, visto che entrambi gli sviluppatori, sia Behaviour Interactive che Timi, non hanno mai (e dico mai) dimostrato di voler bene alla propria utenza, portando avanti dei titoli con meccaniche sbilanciate, che favorivano solamente determinate parti di utenza (ovvero quelle scarse, e i team con gli amichetti), riuscendo a creare solamente un ambiente tossico e di malcontento generale, nel caso di dbd per sei anni, nel caso di Unite per un anno solamente, ma che ne sembrano dieci, specialmente se vi azzardate a fare un game ora con i random con l’ultima patch.

Le case di sviluppo dei titoli multiplayer non hanno interesse vero per voi, si tuffano a bomba su un mercato pieno di videogiocatori casual e polli aggiungerei (PC o console che siano non si fa alcuna eccezione), che nella maggior parte dei casi non vogliono minimamente impegnarsi, ne tantomeno migliorarsi all’interno di un qualsiasi genere di gioco in multi (ne tantomeno nei single player). I videogiocatori casual rimangono da tempo la massa di player più attiva nel videogiocare al giorno d’oggi, e chi sviluppa un multiplayer lo sa perfettamente, basti pensare ad esempio agli script di giochi come i vari FIFA, agli aiuti ai player più scarsi, anche quelli di squadra e asimmetrici come in Dead by Daylight, Pokemon Unite, Mario Strikers, Mario Kart 8 Deluxe (la derapata assistita per i novizi della serie Mario Kart, una delle cose più tristi di sempre).


La playlist su Youtube di Fall Guys, mosca bianca dei multilplayer (con Season Pass gratuito e microtransazioni opzionali), sempre godibile da giocare, quasi mai frustrante (se siete bravi nei platform), sempre divertente per staccare dai multi più tossici.

Il problema a questo penserete che sia, che facciamo non permettiamo di giocare queste persone ai multiplayer? La risposta è ovviamente no (anche solamente per un mero lato economico), se però ci fosse l’intenzione effettiva da parte degli sviluppatori di questi giochi nel fare delle differenze sostanziali nel matchmaking, ed anche variare le modalità di gioco, come ad esempio eliminare gli oggetti e gli Ipertiri come dicevamo nell’articolo di sfogo su Mario Strikers, per incentivare i giocatori veterani o esperti a poter esprimere la loro voglia di competere con i lori pari, senza avere gli aiutini pensati per i videogiocatori novizi, ed abbandonare il gioco, come spesso succede.

Per fare ciò, ci vogliono però dei paletti fermi (ovvero condizioni di entrata nella “modalità Pro” decisamente alte) ma allo stesso tempo una community bella solida alle spalle. Non tutti i giochi multiplayer possono infatti permettersi la scissione in due grandi modalità distinte (non tutti sono Fortnite sfortunatamente), come potrebbero essere una modalità amichevole per i novizi, ed una ranked per chi effettivamente vuole puntare a giocare per competere con altri giocatori e migliorarsi, anche in team con persone dello stesso livello. Nonostante molti multiplayer abbiano queste modalità (alcuni nemmeno le hanno come Dead by Daylight, che non può permettersela per la sua scarsa base di giocatori), non riescono a mettere delle barriere di ingresso tali, da giustificare effettivamente che tu sia in grado di competere alla pari o quasi con altri giocatori, o di cooperare con loro allo stesso livello in caso si tratti di un gioco di squadra, come può essere Pokemon Unite, LOL o Splatoon.

Negli anni ho provato a darmi una risposta valida e concreta, chiedendomi il perché nonostante ci fossero queste scissioni di modalità (in alcuni giochi almeno), le partite che escono fuori risultano sempre essere sbilanciate e spesso nemmeno divertenti, sia per chi vince che per chi perde. Facendomi ulteriori domande in merito, la risposta che mi son dato è: ai devs interessa davvero il divertimento dei giocatori? O ci trattano come numeri da spennare con le skin e microtransazioni? O davvero il livello intellettivo e di capacità videoludica sono divenute così basse?


Il Trailer del DLC di Dead by Daylight “Project W” col probabile arrivo di Albert Wesker come Killer da Resident Evil

Secondo me a tanti sviluppatori di multiplayer non interessa minimamente il benessere dei giocatori e la quality of life del proprio titolo, spesso mandandolo in malora in poche settimane dal lancio (vista anche la saturazione derivante l’ampio numero di multiplayer che vengono lanciati ogni giorno sul mercato, vedasi su Steam ad esempio). Tanti però riescono a resistere per mesi (se non per anni addirittura), vuoi anche perchè son legati ad un genere popolare, o ad una serie apprezzata molto dai fan, o nel caso di Fortnite e Dead by Daylight, dalle licenze di personaggi legati ad altri universi, come ad esempio il probabile arrivo di Albert Wesker in dbd con il nuovo DLC di Resident Evil, o l’introduzione nello stesso delle skin per survivor e Killer da Attack on Titan, anime e manga popolarissimo in tutto il mondo.

Mettiamo in chiaro una cosa, non è sbagliato spingere la gente ad acquistare skin, e non lo è attirare nuovi giocatori con contenuti non legati alla propria IP, provenienti spesso da serie molto più popolari. Puoi farlo senza che ti venga mossa alcuna critica in merito, avendo anche la coscienza pulita, se però hai in testa di creare e/o gestire un titolo multiplayer bilanciato, con una quality of life perlomeno decente, che permetta a chi ci gioca di non provare eccessiva frustrazione verso il gioco, gli altri player, e perché no anche verso chi lo ha sviluppato, tirando madonne e bestemmie a tutto spiano, in due partite su tre.


I primi 100 minuti su Skyward Sword HD sul nostro canale Youtube, esattamente un anno fa per giunta.

Infine, rispondiamo alle domande iniziali, Multiplayer o Single Player nel 2022? Cosa è meglio e cosa i videogiocatori moderni scelgono di giocare? E se lo fanno con cognizione di causa. Ebbene non c’è un meglio o un peggio, semplicemente i single player nel corso del tempo sono stati messi un po’ nel cassetto dalle nuove generazioni di videogiocatori (non tutte fortunatamente), a favore di titoli più fruibili sia economicamente [i free-to-play] che a livello pratico di meccaniche, che risultano essere più semplici come barriera d’ingresso, giocare ad un Fortnite, un Fall Guys o uno Splatoon, non ha lo stesso grado di difficoltà e apprendimento che può avere entrare e masterare un titolo single player come potrebbe ad esempio un platform game difficile come Ori – The Will of the Wisps/Blind Forest o un Hollow Knight, un souls frenetico come Elden Ring, un’avventura pieni enigmi e azione come in The Legend of Zelda: Skyward Sword (per citarne solo uno della serie).

Detto questo, nessuno dei due è migliore dell’altro, entrambi creano esperienze totalmente differenti (sebbene personalmente i Single player hanno una profondità e una qualità decisamente maggiore, nella maggior parte dei casi, e le ritengo più genuine da fruire) toccando un pubblico decisamente differente, che spesso nemmeno si avvicinerebbe all’altra sponda, salvo veramente rare eccezioni.

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