[EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO] Dragon Ball: The Breakers, perchè è l’evoluzione degli asimmetrici alla Dead By Daylight, che ha fatto il suo tempo

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In questo nuovo articolo della rubrica “EDITORIALE SFOGO VIDEOLUDICO“, ci concentreremo sul genere degli asimmetrici online, mettendoli a confronto e analizzando il fenomeno.


La playlist completa di tutti i nostri video su Youtube legati a Dead by Daylight

La questione non è affatto nuova, sia per quanto riguarda le mie “analisi/sfoghi”, che per il gaming online in generale, ma ne abbiamo parlato già molto tempo fa negli articoli passati della rubrica, che potere recuperare a questo link.

Ciò su cui mi voglio soffermare oggi è una specifica branca dei giochi multiplayer attuali e moderni, ovvero i giochi asimmetrici, titoli online che vedono una parte preponderante (spesso denominata Killer, che vede un mostro molto più forte rispetto alla controparte), vedersela con un numero di Sopravvissuti (o Survivor se preferite), che risultano il più delle volte essere degli inetti umani, senza alcuna forza combattiva, e quasi mai in grado di mettere minimamente in difficoltà l’avversario, che seppur in inferiorità numerica, rimane molto più forte e in grado di ucciderli con molta facilità.

Questo genere “asimmetrico”, ovvero lo scontro tra due parti con una differenza numerica, ad esempio 4 vs. 1 o 7 vs. 1 e così via, ha visto la luce inizialmente con un titolo che non ha avuto nel tempo la fama che poteva meritare, parliamo di Evolve, uno sparatutto competitivo (inizialmente non era visto come un asimmetrico), sviluppato da Turtle Rock Studios e pubblicato da 2K Games nel il 10 febbraio 2015 per Microsoft Windows (PC), PlayStation 4 e Xbox One.

Entrando più nel dettaglio, Evolve era un un titolo che vedeva un mostro fronteggiare dei survivor quasi inermi, che avevano come obiettivo nella partita, quello di sopravvivere per cinque giorni nel mondo dove viene abitato da queste creature mostruose. La vittoria de mostro (che in realtà erano solamente di tre tipologie, ovvero (Goliath, Kraken, Spettro), coincideva nell’uccidere tutti e quattro i survivor (definiti com “Cacciatori”) o in alternativa arrivare all’ultimo stadio della sua evoluzione, cioè la terza, per distruggere il relè, ovvero il cuore della base dei cacciatori coloni.


Il banner ufficiale di Deathgarden: Bloodharvest

Come avrete intuito, questo Evolve ha decisamente messo in chiaro quanto sia difficile bilanciare un gioco asimmetrico. Infatti fu il primo di questa tipologia ad uscire al grande pubblico (salvo forse Deceit uscito nel 2017, e quindi dopo il pilastro che ha dato via al genere), anche se come detto nessuno aveva capito che fosse effettivamente un asimmetrico, e quindi di conseguenza un vero e proprio nuovo genere nei multiplayer online. Mettiamo le mani avanti però, gli sbilanciamenti sono sempre esistiti nel mondo del gaming, sin dagli esordi e molto prima dei giochi online, che hanno sdoganato le frasi “sto gioco è sbilanciato, gioco di merda vaffanculo passo ad altro”, per poi spesso ritornarci ed incazzarsi di nuovo con la stessa identica frase, in un loop temporale quasi infinito.

Ciò non toglie però che un genere che vede due team contrapposti, metta in difficoltà una delle due parti, che seppur notevolmente più forte dell’altra, rimane in netta inferiorità numerica, spesso in balia del team avversario. Si parla spesso infatti di “bullismo videoludico” nei giochi online (tanti di questi anche hanno una sezione report apposta per chi fa harassement o gioca con l’intenzione di creare danno agli altri player). Bullismo è un termine un po forte lo so, ma che rende perfettamente l’idea di come giocatori (spesso novizi), vengano totalmente arati nella posizione singola da Killer nelle partite, molto spesso (se non sempre), da premade (ovvero team organizzati e in vocale su Discord). Al contrario però, può avvenire esattamente l’opposto, ritrovarsi in un team di giocatori non comunicanti (chiamati in gergo random), in balia della loro poca capacità di capire cosa fare per vincere la partita, ed un Killer, che seppur magari neanche troppo forte, sembra dominare il game per il fatto che lo stesso venga condizionato dal modo “idiota” di giocare dei random, rendendo vani gli sforzi di chi vuole giocar bene.


La schermata delle Lobby di Dead by Daylight nel 2016, davvero primordiale

Bilanciare i giochi non è affatto semplice, meno che mai in un asimmetrico, ed Evolve pagò a carissimo prezzo questo suo sbilanciamento, oltre al fatto di essere uscito prematuramente rispetto a quel capostipite che ha generato e continua a rappresentare il genere in questione, ovvero Dead by Daylight. Il noto titolo di Behaviour Interactive (conosciuta precedentemente come Artificial Mind & Movement o A2M), è un publisher e sviluppatore canadese, che ha sul curriculum diversi giochi del recente passato, che hanno segnato una buona fetta della generazione dei primi 2000. Parliamo di “classici” come Bugs Bunny & Taz: Time Busters e Bugs Bunny: Lost in Time, molto apprezzati dagli amanti dei primi platformer 3D presenti sulla prima Playstation, oltre ad innumerevoli videogiochi tie-in degli anni 2000, come Chicken Little, L’era glaciale, Indiana Jones e il bastone dei re, e persino un gioco ricordato molto bene dai videogiocatori, ovvero Dante’s Inferno.

Non tutte le rose sono fiori però, BHVR ha avuto anche diversi insuccessi dopo aver creato Dead by Daylight. Qualcuno di voi tremerà infatti a sentire il nome di “Deathgarden”, specialmente quelli che come me, hanno conosciuto e giocato a Dead by Daylight tra il 2016 e il 2018. Deathgarden era un tentativo chiaro ed evidente dello sviluppatore canadese di tentare di creare un nuovo “successo commerciale”, seguendo il filone che ha visto dbd essere l’unico gioco sul mercato del genere, in grado di avere un appeal straordinario verso il pubblico, oltre che risultare massiccio in termini di download, vendite di skin e DLC dei personaggi in-game (rilasciati ogni tre mesi ancora oggi), ed addirittura arrivare a progettare dei veri e propri porting su quasi tutte le piattaforme (compresi anche i dispositivi mobile con una versione apposita), uscendo persino su Nintendo Switch, PS4, PS5, Xbox One, Xbox One X, Xbox Series S e X, oltre che su Stadia (ora ritirato per la chiusura), Epic Store e Microsoft Store su PC.


Non è andata decisamente come si aspettavano, infatti il gioco tentava miseramente di scimmiottare Dead by Daylight, aggiungendo una salsa “futuristica e cyberpunk” per cercare di renderlo diverso dall’originale, e di conseguenza non farlo passare come la versione pezzotta del loro titolo di punta, cosa in realtà era eccome. Infatti nel giro di pochi mesi gioco andò totalmente a picco, dopo il piccolo entusiasmo iniziale, e l’unico reale motivo per il quale i giocatori lo scaricavano, era quello di ottenere le due maschere esclusive di Meg e il Trapper in Dead by Daylight, ottenibili solamente per chi possedeva Deathgarden nella libreria di Steam (a suo tempo unica piattaforma per entrambi i titoli). Rilasciato nel 2018, Deathgarden chiuse i propri server il 12 agosto del 2020, nonostante il tentativo nel 2019 di BHVR di rilanciare il titolo con il nome “Deathgarden: Bloodharvest“, due anni nemmeno è durato (sei mesi con effettivi giocatori). Un fallimento totale, in antitesi completamente a quello che Dead by Daylight rappresentava agli occhi dell’utenza e della stampa, ovvero il pilastro del genere dei titoli asimmetrici horror, oltre che un successo commerciale tra i multiplayer online di quel periodo.


Lisa Garland – la skin di Cheryl Mason da Silent Hill in Dead by Daylight

Dead by Daylight fu rilasciato nel giugno del 2016 sulla piattaforma Steam, ed inizialmente il titolo ebbe un’accoglienza abbastanza tiepida, poi evoluta in un successo di nicchia verso la fine dell’anno sopraindicato e l’inizio del 2017, con l’aggiunta delle prime “licenze ufficiali” dagli horror più famosi. Il primo di questi fu Michael Myers, il famoso serial Killer protagonista della nota e storia serie cinematografica “Halloween” di John Carpenter, un’aggiunta incredibile ed inaspettata al roster dei Killer originali di Behaviour, senza parlare poi di Freddy Krueger di della saga di film Nightmare, altra spinta incredibile al gioco a livello commerciale e di popolarità, passando poi da Killer come la Pig, ovvero Amanda Young, personaggio presente nei film del filone di Saw l’enigmista. Già verso il 2018, Dead by Daylight vantava un numero innumerevole di personaggi, che nessun asimmetrico (specialmente horror) poteva avere nel proprio roster, aggiunte ai precedenti come Bubba Sawyer, conosciuto più comunemente come Leatherface, passando poi ad altre di spessore come Danny Johnson (alias Jed Olsen), ovvero il famosissimo Ghost Face di Scream, il primo Killer e DLC ad avere un trailer animato in 3D di alto budget per la compagnia in Dead by Daylight.

Il gioco cresceva, persino arrivando all’aggiunta storica del Demogorgone, dalla serie cult moderna di Netflix, ovvero Stranger Things. I pezzi da novanta non mancavano di certo all’asimmetrico di BHVR per attirare nuovo pubblico verso il gioco, specialmente quello proveniente da serie notevolmente e globalmente impattanti come quella sopraindicata, con l’aggiunta anche di Steve Harrington e Nancy Wheeler, personaggi amatissimi e giocabili nel roster dei survivor presenti, acquistando il DLC apposito. Sebbene il gioco acquisiva sempre più licenze e diventava un progetto sempre più grande a livello di numeri e guadagni tra DLC e skin (ma allo stesso tempo pieno di spese legate alle costose licenze da mantenere, dai vari film horror di cui sopra), la credibilità dei media e del pubblico iniziò per la prima volta a vacillare, mi ricordo un’aneddoto dei devs, che raccontava di come volessero acquisire la licenza del clown del film Horror “IT”, per poi mollare l’idea di punto in bianco, in quanto la licenza ed i soldi che chiedevano i proprietari erano decisamente superiori a quanto Behaviour voleva spendere nel concreto, aggiunto poi alla presenza di un Clown già presente nel gioco, anche se solo come Killer originale.


Michael Myers e Laurie Strode nell’immagine di promo del DLC di Halloween di Dead by Daylight

Le vicende e la storia di Dead by Daylight avanzano (non sempre verso un percorso ideale se mi permettete), così come i giochi arrivati sul mercato, siamo infatti tra il 2019 e il 2020 (anno del COVID tra l’altro), nel quale Dead by Daylight ricevette il primo scossone negativo importante. I vecchi player si erano iniziati a stancare del titolo, che sebbene abbia una ripetitività godibile e con un gameplay loop decente, iniziava a vacillare pesantemente, per via dei tanti cambiamenti che Behaviour iniziò ad attuare con le Public Test Build (PTB in gergo) di quei due anni, primo su tutti, il cambiamento al perk Hex: Ruin della Hag (Maledizione: Rovina in Italiano), ai tempi totale tutela per i generatori dei Killer, oltre ad ostacolo principale con gli skillcheck per gli i novizi, tutto annesso ad altre scelte future.

Il perk in questione era nel meta del gioco (essendone senza ombra di dubbio, tra i più forti di quelli presenti al tempo, tralasciando forse lo sbroccato Noed, ma anche il Decisive Strike dei survivor), praticamente onnipresente su qualsiasi build di ogni player che giocava Killer in quel periodo. Quella scelta fu una delle prime che allontanò moltissimi utenti (spesso lagnoni, ma in alcuni casi a ragione) dal giocare Killer, se non addirittura non toccare più il gioco neanche da surv.

Dead by Daylight ebbe un calo notevole di giocatori, e Behaviour per mantenere un numero medio di giocatori decente, ed attirarne di nuovi, continuò sempre di più la propria campagna di “semplificazione” delle meccaniche di gioco, arrivando al limite di renderle accessibili anche ai macachi in calore, si parla già del periodo che va dal 2021 al 2022, quindi molto recente. Inoltre negli ultimi due o tre anni ci fu un altro scossone enorme per la community, ovvero la perdita delle licenze legate al Capitolo DLC di Stranger Things. Ciò portò all’impossibilità dei giocatori dopo il 17 Novembre 2021, di acquistare dal negozio il DLC, che permetteva di far giocare in Dead by Daylight personaggi come il Demogorgone, Nancy e Steve, se non tramite chiavi pre-rimozione. ma a prezzi al limite del folle da bagarini, alle volte arrivando anche a cifre come 40-50 euro per un singolo DLC (che di media ne costa dai 5 ai 13 euro (a seconda se su licenza o meno), nosense puro mai giustificato dagli sviluppatori.


Poster promozionale della collaborazione tra Dead by Daylight e Stranger Things

Una perdita a metà in realtà (seppur pesantissima a livello di immagine), visto che i possessori precedenti al lancio potevano mantenere l’acquisto e i personaggi, ma senza poter più comprare skin legate ai personaggi con la licenza persa da BHVR (un danno enorme mediatico), che da allora si macchiò di questo “crimine” (un po esagerato in realtà, ma visto i prezzi di chi vendeva le chiavi sottobanco ai nuovi player, anche si). Si arriva allo stato attuale, dove il gioco si è leggermente ripreso con nuove licenze legate non più solo al mondo horror dei film, ma anche a quello videoludico, con aggiunte notevoli come il celebre Pyramid Head di Silent Hill, ma anche Killer di spessore e popolari come Nemesis e Albert Wesker di Resident Evil, con annessi survivor, Cheryl Mason, Jill Valentine, Leon Kennedy, Ada Wong e Rebecca Chambers, oltre alle loro skin che vi metteranno nei panni di altri personaggi, come ad esempio Claire Redfield e Chris Redfield, legate ai personaggi di Jill e Leon.

Queste introduzioni hanno portato molti giocatori nuovi all’asimmetrico horror, ma che nel corso del tempo non sono stati così tanto mantenuti e stimolati a giocare il titolo con costanza, tanto ancora nel 2023, il gioco risulta essere tra i più tossici tra i multiplayer in team presenti su PC, oltre ad essere molto svantaggioso per chi come me (ma anche altri), ama giocare in solo, senza avere nessuno tra piedi o in voice su Discord. Attualmente è quasi impossibile farlo senza sbattere la testa contro il muro, anche per la scelta dei devs di semplificare troppo il gioco mano a mano che passavano gli anni, creando una community di senza mani (Killer e Surv ci metto veramente tutti senza esclusione), in grado solamente di nascondersi e fare i generatori (in solo manco quelli), spinta anche da nuovi perk che facilitano il compito di farli sempre più rapidamente, senza una vera e propria abilità di far perdere tempo al Killer in chase, aspetto che ha reso Dead by Daylight il gioco divertente che più non è, e che lo ha reso popolare nei primi anni di vita, abilità scomparsa quasi del tutto dai radar dei giocatori attuali.


La giovane Bulma ed Oolong spaventati da Cell, nel trailer di presentazione di Dragon Ball the Breakers

[L’EPOPEA DI DRAGON BALL THE BREAKERS]

Dragon Ball: The Breakers, un asimmetrico non horror (incredibile) annunciato dal nulla da Bandai Namco nel novembre 2021, è approdato dopo diverse closed ed open beta, rilasciato il 14 ottobre 2022 su quasi tutte le piattaforme, compreso anche Nintendo Switch. Il titolo attualmente vanta solamente due Season, la prima nella quale Bandai e Dimps sono state inondate di odio (alcune volte ingiustificato), per il passo mancato in avanti nella Season 2, previsto inizialmente per il mese di gennaio 2023, ma arrivato solamente verso la fine di febbraio, per certi versi un miracolo che il gioco sia ancora in vita, ma aspettate, perché ci sono varie motivazioni che spiegano il perché abbia avuto successo rispetto ad altri emuli di dbd, seppur non essendo horror e non avendo quasi nulla a che fare con quest’ultimo.

Il primo su tutti, ed il più ovvio chiaramente, è il branding che vanta. Non credo serva sottolineare quanto sia importante avere alle spalle un franchise che vanta una storia di quasi 40 anni tra manga, anime, gadget, trading card, videogiochi et similia, oltre ad essere tra i media più famosi del mondo in generale, quindi si ha aiutato, ma non è solo questo.

Dragon Ball The Breakers rappresenta appieno l’universo creato da Akira Toriyama, forse di più di quanto i fan che lo criticano immaginano, e di più di quanto fatto con Dragon Ball Xenoverse/2, dai quali riprende totalmente il loro stile grafico e le animazioni. Entrando nello specifico, The Breakers vi mette nei panni di veri e propri umani, potrete utilizzare il vostro avatar personalizzato, ma anche quelli più famosi, come ad esempio Bulma, Oolong, e recentemente anche Jirobai e Chi-Chi, aggiunti con la Season 2. Una volta scelto l’avatar e affrontato il tutorial, il gioco vi potrà mettere le panni (semi casualmente, in realtà anche con scelta) nei panni di uno dei sette sopravvissuti, o del Raider, ovvero uno dei personaggi storici della saga in grado di evolversi per ben tre volte, avendo quattro stadi evolutivi, nel quale diventano sempre più forti e temibili, con l’obiettivo di sterminare tutti gli umani della partita.

Personaggi come Freezer, Cell e Majin Bu, e la recente introduzione di Nappa e Vegeta (come unico Raider), permetteranno ai giocatori di sfruttare le abilità e le mosse peculiari dei personaggi della serie, come il Cannone Galick di Vegeta o la Super Kamehameha di Cell Perfetto, all’utilizzo di Zarbon e Dodoria con Freezer, sfruttabili come scout per scovare ed eliminare tutti i survivor. Tutto questo mantenendo delle frasi celebri dei nemici più storici di Dragon Ball Z, acquistabili dallo shop ed utilizzabili nella schermata di caricamento, o durante le varie fasi del gioco.


Freezer nella forma finale ed i survivor umani, nella schermata di caricamento di Dragon Ball: The Breakers

Ora mi chiederete come da titolo, perché Dragon Ball: The Breakers sia essenzialmente l’evoluzione degli asimmetrici alla Dead By Daylight, che ha fatto decisamente il suo tempo. Partendo dal gameplay, il gioco vede fronteggiarsi sette survivor umani contro un Raider (Killer), i primi che devono cercare di scappare con la macchina del tempo, ed il Raider, che deve eliminarli, prima che lo facciano. Può sembrare una banalità di poco conto un numero, ma in realtà già solo questo aspetto, rende totalmente differente e migliore The Breakers, da qualsiasi altro asimmetrico rilasciato sul mercato sin dai tempi di Evolve (già citato sopra), evolvendo veramente le dinamiche del genere, e limando tutti gli aspetti più tossici incentivati da dbd e i suoi derivanti cloni.

Sette sopravvissuti ed un Raider (notevolmente più forte di quelli di Dead by Daylight), è un mix stranamente perfetto che rende il gioco bilanciato per qualsivoglia tipologia di giocatore, sia per i premade (in buona parte almeno) che per quelli che come me è giocano in solo, che si ritrovano in un gioco in cui poter uscire facilmente dal game (se si ritiene opportuno farlo) dopo 1 minuto di atterramento o con l’utilizzo di Senzu, e non come succede in dbd, dove spesso le partite si protraggono anche per 30-40 minuti, con surv sluggati a terra per fare 4 su 4, e minuti e minuti persi a terra a strisciare con i corvi in testa, una noia totale in confronto.

Tutto ciò tenendo conto che chi gioca in SoloQ, potrà avere molti svantaggi dai giocatori “scarsi”, in quanto un survivor non sarà così impattante sull’andamento del game, essendone sette, al contrario di dbd, dove si è solamente in quattro sopravvissuti, e se anche uno di questi gioca male, condizionerà pesantemente e negativamente la partita. Altro aspetto che rende Dragon Ball: The Breakers nettamente superiore a Dead by Daylight, è la durata delle partite, videogiocare non è un lavoro mi spiace, un game non può durare 20-30 o addirittura 40 minuti (cosa che avviene spesso in dbd).

In The Breakers i game avranno un timer massimo di 15 minuti, nel quale i surv dovranno scappare con la macchina del tempo o con quelle di emergenza, al termine di ciò il game finirà a favore del Killer, niente situazioni di stallo, ci sarà sempre un modo di proseguire la partita senza essere bloccati, stile camping della botola delle prime versioni di Dead by Daylight.

Ciò potrebbe sembrare un notevole vantaggio a favore dei Raider, una tempistica stabilita, nella quale camperare le zone rimanenti e la macchina del tempo che permetterà ai surv di uscire, ma fidatevi non è così, e chi vi racconta il contrario, mente sapendo di mentine. Infatti perdere tempo camperando un surv a terra, o camperare una singola zona con una chiave per rallentare il game, sarà solamente un danno enorme per il Killer/Raider, che rimanendo fermo nella stessa zona, non potrà farmare i propri livelli e crescere, attraverso l’eliminazione degli abitanti sparsi casualmente nelle quattro mappe presenti in-game (attualmente almeno), e nemmeno avrà la possibilità di livellare stendendo uno degli altri sei survivor rimasti (salvo azioni stupide di save durante il camping di un corpo a terra).


Il video gameplay dedicato alla Season 2, con Oozaru Vegeta e Chi-chi

Avrete colto di come la meccanica di slugging, tunneling e camping (seppur limitate) non siano solamente che deleterie in Dragon Ball, rispetto che a dbd, dove è il pane quotidiano di tutti i player, ma è anche altamente sconsigliata per chi vuole imparare a giocare, vincere e non prendere schiaffi a iosa dagli altri giocatori. Faccio un semplice esempio banalissimo, siete il raider e camperate l’ultima zona rimasta, dove i survivor non hanno ancora inserito la chiave per sbloccare la macchina del tempo che gli permetterà e darà la possibilità di fuggire dal Raider. La situazione che verrà a crearsi (quella più comune perlomeno), sarà quella della ricerca delle sfere del drago da parte dei survivor, che non saranno in grado di fronteggiare il Killer apertamente nel 1vs1, specialmente quelli che non hanno livellato al 2 o al 3, ma che con le sfere, potranno fronteggiare il Killer facilmente, vincendo di conseguenza il game, affrontando assieme al giocatore che ha il livello supremo ottenuto con le sfere, per sconfiggere definitivamente il raider, anche senza accendere la macchina del tempo. E si ci sono più obiettivi e possibilità di scappare e perdere rispetto a dbd, altro punto a favore che lo rende migliore.

Attraverso uno dei desideri di Shenron infatti, sarà possibile trasformarsi ottenendo il livello 4 supremo per chi dei survivor ha evocato il Drago, riuscendo ad eguagliare, se non superare, le abilità combattive del Raider, trasformandosi in uno dei tre guerrieri scelti dalle Trasfere prima della Battaglia, celebri personaggi come Goku, Piccolo, Vegeta, e gli stessi Raider, Cell, Freezer e Majin Bu. Con l’ultima patch (febbraio 2023) le sfere sono state nerfate (con ottima ragione, era una meccanica molto rotta), ma ancora adesso, sono uno dei principali tasselli che porta alla vittoria i sopravvissuti, specialmente se messi alle strette dal camping forzato nelle zone da parte dei Killer, ma possono essere counterate.

Nelle situazioni più estreme, nelle quali i raider si ritroveranno braccati dal rushing delle chiavi delle zone, essendo magari anche al livello 2, si potrà infatti impedire l’evocazione di Shenron, cercando solamente una delle sfere del drago presenti nella mappa, nascondendola temporaneamente agli occhi dei sopravvissuti e dei radar del drago, o più semplicemente, cercare di raccoglierle tutte per primi. Infatti potranno essere utilizzate anche dal Killer per esprimere il proprio desiderio di diventare più forte o immortale, esattamente come succede nelle vicende raccontate nel manga ed anime di Toriyama.

Chiaramente questa meccanica potrà anch’essa essere counterata dai surv (capite ora il perfetto bilanciamento descritto sopra), infatti ogni giocatore, compreso lo stesso Raider, potrà far cadere le sfere o la sfera in proprio possesso, se verrà colpito da un azione di stun da parte dell’avversario, rendendo così possibile un recupero delle sfere, nei casi in cui i Raider abusassero del camping di una zona e del possedere una sfera del drago, per evitare di essere annichiliti dal guerriero supremo di livello 4.


Le trasfere di Vegeta e Trunks Super Sayan, attualmente disponibili nel negozio di gioco

Dragon Ball: The Breakers presenta innumerevoli aspetti positivi, ma anche negativi (seppur decisamente meno di quelli di Dead by Daylight, che ha sette anni ricordiamolo sempre e teniamolo bene in testa come dato oggettivo). Tra questi sicuramente l’impossibilità da parte dei giocatori di provare a creare una partita in crossplay. Per chi non lo sapesse infatti, il Crossplay permette nei giochi multiplayer online moderni, di giocare facilmente con amici e sconosciuti, a prescindere dalla piattaforma in cui si possiede il gioco, che sia PC, Xbox, Playstation o Nintendo Switch.

The Breakers non permetterà di giocare con amici da Xbox con quelli Sony o Nintendo e viceversa, un’aspetto decisamente negativo, ed anche abbastanza peculiare nel 2023, dove quasi ogni multiplayer di spessore, ha la possibilità di giocare in Crossplay con le altre piattaforme (sempre che mamma Sony sia daccordo chiaramente lel).

Un altro punto a sfavore, che però è molto meno impattante di quanto possa essere il crossplay, sono i server. Bandai e Dimps non hanno troppo puntato in alto con The Breakers, probabilmente spaventati dagli innumerevoli insuccessi collezionati dai vari asimmetrici usciti dopo il lancio di Dead by Daylight.

Nella prima Season infatti, c’erano molti problemi riguardanti la qualità e la distanza dei server, si creavano partite con lag enormi e molti problemi di Desync (cosa quasi scomparsa nell’ultima patch), oltre alle schermate di caricamento infinite, che non permettevano l’inizio della partita, un semi disastro inaspettato, che ha rischiato di mandare a puttane l’intera struttura del gioco, cosa poi abbastanza sventata. Il Crossplay è una bella gatta da pelare, e probabilmente Bandai se vorrà mantenere alto l’interesse nel tempo dei giocatori su The Breakers, dovrà seriamente pensare di inserirlo nel proprio titolo, mantenendo così lo standard dei multiplayer online nel 2023, ed aumentando così il numero di giocatori nelle varie regioni, diminuendo ancora di più il tempo di ricerca di una lobby.

Parlando per esperienza, spesso (almeno prima del rework delle lobby dell’ultima patch), le stesse su Xbox (ma penso anche su PS4 e Switch), risultavano essere decisamente lunghe nei primi mesi, creando delle code paurose, alle volte arrivando alla ricerca di una lobby completa con gli otto giocatori, solamente dopo 10-15 minuti di ricerca, questo proprio a causa dello smistamento dei giocatori nelle varie piattaforme non aggregabili. Come detto la patch ha arginato buona parte del problema, infatti ora potrete trovare abbastanza facilmente una lobby con il nuovo sistema di ricerca, e di media potreste impiegarci un massimo di 4-5 minuti nemmeno, un ottimo passo in avanti, unito al fatto che Bandai ha creato già due Free Weekend su Xbox, attirando nuovi giocatori nella versione del gioco presente sulle console Microsoft a provare il titolo.

Tornando agli aspetti positivi di questo gioco rispetto a Dead by Daylight, ce n’è un altro, che probabilmente è tra i più determinanti per la scelta di giocare questo o l’altro titolo nei mesi e settimane a venire. Il motivo in questione è il bilanciamento. Sebbene a primo impatto il gioco potrebbe presentarsi decisamente sbilanciato a favore del raider (spesso più esperti dei surv ma non sempre), vuoi perché magari avete appena iniziato e non sapete cosa fare per vincere, il gioco risulterà essere molto più bilanciato rispetto a quanto succede con dbd. Sempre per esperienza, vi posso dire che il ratio di vittorie e quindi la media di partite vinte e perse da Raider e sopravvissuti, è quasi alla pari, con un buon 55-60% di vittorie medie per quanto riguarda i survivor (si il contrario di quanto tanti pensano sul web e su Twitter), ed un buon 45-40% di vittorie da parte dei Raider.

Un’ottimo compromesso che non mette a disagio ne frustra entrambe le parti, e che permette a tutti di fare la propria partita, livellare il proprio personaggio, completare le quest del Pass e cosa più importante, divertirsi e non venir messi a disagio da meccaniche idiote. Anch’esso un aspetto negativo di dbd, che presenta spesso partite sbilanciate di tanto da parte di entrambe le parti, con vittorie schiaccianti dei Killer contro quattro player in soloQ, e dall’altra parte premade che dominano i game, bullizzando magari anche il Killer, che a fine partita si ritrova con un bottino di uccisioni (Kill) misero se non inesistente, oltre che ad aver ottenuto pochissimi punti.


La nostra Playlist completa di video e shorts su Dragon Ball: The Breakers

Finendo dunque, non riesco a comprendere seriamente il motivo per cui dopo sette anni di Dead by Daylight (a giugno 2023), si possa ancora godere di un gioco, che seppur capostipite di un genere, risulta essere tedioso e raccapricciante in tantissimi suoi aspetti, a partire dalla sua stessa community, che per quanto sia stata sempre toxic ed ignorante (vedasi ad esempio anche gli insulti e il focus/tunneling da Killer verso chi esprimeva simpatie verso il mondo LGBT), nel corso del tempo è diventata sempre più avvezza al trovare qualsiasi metodo per dare fastidio agli altri giocatori, legit o meno che sia (tra l’altro allontanando anche i novizi bullizzandoli e facendo harassment continui in partita e post game chat), oltre che con meccaniche rotte, abuse di qualsivoglia tipo appena c’è una zona della mappa buggata, un perk o un Killer con elementi di gameplay sbroccati (guardate ad esempio la simpatica meccanica del Cavaliere (l’ultimo Killer rilasciato nel gioco), che riesce a tirare due hit semplicissime in combo con le sue guardie, zonando il survivor in delle posizioni in cui non può fare nulla, se non andare dritto, e no, prima o poi le mappe finiscono in lunghezza, specialmente quelle chiuse LMAO, quindi il counter non è sempre possibile),

Ciò aggiungendo anche cheat veri e propri (alcuni palesi e alla luce del sole, se non peggio, quelli che nascosti, come speedhack leggeri per non far notare la velocità del personaggio ad esempio) che non vengono quasi mai bannati dagli sviluppatori (specialmente negli ultimi due anni, dove i cheater hanno fatto praticamente ciò che volevano dell’easy anti-cheat di burro, senza alcun tipo di problema).

Un gioco alla deriva che seppur mantenendo una sua dignità in termini di giocatori attuali (la media al momento che scrivo è di 30000-35000 player al giorno, molti meno che in passato in realtà), risulta essere un gioco che non diverte più come un tempo, dove facevi chase con il Killer (o col surv se eri la parte offesa), divertendoti in maniera sana come in un gioco dovrebbe sempre essere, rispetto ad ora che è un nascondino e un Genrush Simulator (da parte di surv, e se deve diventare un lavoro, almeno fatevi pagare dio cristo) ed un camping tunneling simulator da parte dei Killer (essi c’era anche prima, ma oggettivamente ora è molto più frequente e frustrante, specialmente per chi gioca in solo, per la logica conseguenza di rush di cui sopra, legittimo o meno che sia, ma è presente). Un loop continuo di conseguenze tra topolini che srattano e fanno i generatori, a Killer che usano i mezzi più sporchi per combinar qualcosa in-game in delle tempistiche sempre più corte e/o lunghe, sempre più noiose.

Un totale mix di merda che fa si che i giocatori “veterani” si stiano allontanando sempre di più da Dead by Daylight, se non l’hanno già fatto (me compreso), verso altre tipologie di gioco.

Tra questi proprio Dragon Ball: The Breakers di cui sopra, che tra tutti è quello che ha visto più giocatori di dbd trovare un’alternativa reale, seppur lo stesso non abbia quasi nulla a che fare con l’horror asimmetrico di BVHR (se non appunto essere un asimmetrico), risulta essere una boccata d’ossigeno equivalente ad una persona che è stata 20 minuti con la testa sott’acqua spinta a forza da un malintenzionato che voleva ucciderla (penso sia l’esempio migliore per farvi capire cosa intendo).

Dragon Ball: The Breakers riesce a funzionare dove tantissimi altri imitatori di Dead by Daylight hanno fallito su tutta la linea, tentativi decisamente poco riusciti di clonare il suo successo, vedasi ad esempio giochi come Friday the 13th: The Game, Last Year, VHS (Virtual Horror Society), Evil Dead: the Game, Gold Express, Propnight, Monstrum 2, Soul at Stake, Hide or Die, Secret Neighbor, Home Sweet Home: Survive, e perfino Capcom con il suo Resident Evil Resistance, un’idea carina, ma non apprezzata particolarmente dai fan di RE e degli asimmetrici in generale.

Insomma la lista di tentativi più o meno riusciti di emulare dbd è stralunghissima, che come sempre succede del medium videoludico, cercano di ottenere lo stesso successo del gioco di punta (vedasi anche ai tempi con Minecraft, Fortnite, Fall Guys o Among Us) tutti titoli globalmente popolari, anch’essi emulati con cloni ripetuti e rivisti, pubblicati molto spesso su piattaforme come Steam.

Detto con la mano nel cuore, se siete “orfani” di Dead by Daylight, vi ha stancato o cercate qualcosa di diverso, date un’occasione a Dragon Ball: The Breakers, non ve ne pentirete sicuramente.

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